Lo studio “Sviluppo delle smart grids: opportunità per le aziende italiane del settore”, commissionato da Anie Energia al Politecnico di Milano, rivela che il potenziale di investimento in soluzioni smart al 2020 è stimato in un minimo di 3 miliardi di Euro fino ad un massimo di 10 miliardi di Euro.
Lo studio “Sviluppo delle smart grids: opportunità per le aziende italiane del settore“, commissionato da Anie Energia al Politecnico di Milano, rivela che il potenziale di investimento in soluzioni smart al 2020 è stimato in un minimo di 3 miliardi di Euro fino ad un massimo di 10 miliardi di Euro.
Nello specifico, la ricerca quantifica in più di 8 miliardi di Euro gli interventi su Cabine Primarie e Cabine Secondarie esistenti e le loro nuove installazioni: sulla rete di distribuzione nazionale complessiva si prevede che saranno realizzate 100-200 nuove cabine primarie e circa 25mila-50mila nuove cabine secondarie.
I calcoli sono stati effettuati in base a 2 scenari di evoluzione, entrambi caratterizzati da un’elevata penetrazione della generazione diffusa. Il nostro Paese ha ormai raggiunto livelli elevati in questo settore che potenzialmente potrebbero aumentare ulteriormente una volta raggiunta la grid parity.
Nel primo scenario si ipotizza un quadro normativo e regolatorio che non sia favorevole allo sviluppo delle smart grid. Nell’altro, invece, si prevede una garanzia di pieno sostegno, anche per quanto concerne gli aspetti legislativi.
L’investimento potenziale totale calcolato include sia le nuove installazioni, sia quelle già esistenti, prendendo in considerazione i Centri Operativi, le Cabine Primarie, quelle Secondarie e le tecnologie di generazione diffusa.
Il forte aumento delle generazione diffusa, ossia la penetrazione dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili nel sistema elettrico, rende necessario lo sviluppo di nuove e più evolute modalità di gestione della rete e l’adozione di provvedimenti normativi che garantiscano la sostenibilità dell’investimento stesso.
Per Matteo Marini, Presidente di Anie Energia, “L’Italia è senz’altro all’avanguardia sia dal punto di vista regolatorio che da quello normativo, ma per una completa applicazione su scala nazionale delle smart grid c’è ancora molto lavoro da fare. Si impone infatti un ripensamento delle modalità di protezione, gestione e regolazione delle reti di distribuzione, che devono passare da passive ad attive. È questa la strada strategica da percorrere per rendere indipendente il nostro Paese e per portare i costi dell’energia a livelli competitivi anche in Italia. L’evento è stato anche l’occasione per discutere, con i principali interlocutori istituzionali e imprenditoriali coinvolti da questa trasformazione epocale, delle necessità di interventi strutturali sulla rete elettrica di distribuzione attraverso l’evoluzione verso le smart grid. In quest’ottica sarà importante la cooperazione tra industria e utilities allo scopo di indirizzare il processo di realizzazione in un’adeguata economia di scala ed una standardizzazione coordinata a livello Paese, europeo e internazionale, così da cogliere tutti i vantaggi economici che andranno a beneficio degli utilizzatori finali e dei ‘prosumers'”.