Secondo un recente rapporto della Commissione europea (JRC), coprire appena l’uno per cento della superficie agricola utilizzata in Europa con impianti di tipo agrivoltaico potrebbe essere sufficiente a superare gli obiettivi al 2030 per il fotovoltaico.
Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research
Questa è una stima che fa riflettere e che può iniziare a concretizzarsi anche grazie a impianti pilota come quello di Bolzano. Oggi, in Italia, non esiste un impianto con queste caratteristiche. La sfida dell’agrivoltaico è adattare una tecnologia nata per altri contesti al mondo agricolo, e in questo caso il risultato è davvero promettente.
Le caratteristiche dell’impianto
L’impianto copre circa 3.000 metri quadrati di meleti distribuiti su 13 filari e ha una potenza installata di circa 70 kW di picco – una quantità di energia sufficiente a coprire il fabbisogno medio di circa 20 famiglie. Prevede tre settori distinti con moduli caratterizzati da diversi gradi di trasparenza posizionati su due tipologie di meleto – con distanza tra le file più o meno ampia.
L’altezza a cui sono stati posizionati i moduli è stata una delle sfide tecnologiche più rilevanti nella progettazione dell’impianto. L’asse di rotazione dei moduli si trova a 4,80 metri da terra, un’altezza calcolata per non ostacolare la crescita dei meleti e consentire le lavorazioni agricole. Le strutture, prodotte da Convert Italia/Valmont Solar, sono state progettate in base a dati ricavati da uno studio in galleria del vento, per garantire la resistenza agli agenti atmosferici, in particolare all’effetto vela dei pannelli in caso di forte vento. Il materiale scelto è l’acciaio corten, sia per la sua resistenza ai fenomeni atmosferici sia per la colorazione che si integra in modo armonico con le strutture del frutteto.
Numerosi sensori e strumenti sono stati installati sull’impianto e sulle aree di controllo a diverse altezze (in cima ai fusti arborei e anche lateralmente a media altezza). Misureranno parametri come la radiazione solare utile alla fotosintesi, l’irradianza dal sole, l’albedo dal terreno, ma anche la temperatura e l’umidità del suolo e dell’aria, la velocità e la direzione del vento, la precipitazione da pioggia. Il Centro di Sperimentazione Laimburg, partner del progetto, si concentrerà sull’analisi dello sviluppo e della produzione agricola del frutteto: accrescimento degli alberi, fioritura, quantità e qualità della produzione, fabbisogno idrico delle piante.
Il terreno su cui sorge l’impianto è di proprietà dell’Agenzia Demanio provinciale. Le scelte progettuali sono state condivise tra Eurac Research, Centro di Sperimentazione Laimburg e Südtiroler Bauernbund (Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi) per garantire il rispetto delle esigenze del frutteto, dell’agricoltura meccanizzata e della produzione energetica. Questo confronto ha permesso in fase di progettazione di ottimizzare l’integrazione tra le strutture portanti dei meli, le strutture che sostengono i pannelli e le reti antigrandine.
La realizzazione è stata curata da EF Solare Italia tra i principali operatori europei nel settore fotovoltaico.
Gianluca Teodori, Operations Director di EF Solare Italia
Con questo progetto stiamo dimostrando come agricoltura ed energia fotovoltaica possano coesistere in modo virtuoso. Il nostro impegno nel progetto Symbiosyst nasce dalla convinzione che la ricerca scientifica sia fondamentale per costruire modelli sostenibili e replicabili in piena sinergia con le coltivazioni tipiche dei diversi territori. Abbiamo unito competenza industriale ed esperienza agronomica per valorizzare ogni metro quadrato di suolo. Solo attraverso l’innovazione possiamo affrontare le sfide ambientali ed energetiche del futuro. Siamo lieti di aver messo a disposizione di questo impianto l’esperienza decennale di EF Solare nell’agrivoltaico, per continuare a migliorare le soluzioni e adattarle ai territori in cui si trovano.
Le caratteristiche dell’impianto sono in linea con i requisiti tecnici di un impianto agrivoltaico avanzato come definito nel Decreto Ministeriale n. 436/2023 dedicato all’agrivoltaico innovativo nel quadro delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Obiettivi e potenziale dell’impianto
Quello di Ora è un impianto di ricerca, pensato per raccogliere dati che possano guidare future applicazioni dell’agrivoltaico. Questa tecnologia è ancora relativamente nuova e, pertanto, lo sono anche i suoi impatti.
La sfida chiave per questo tipo di impianti è infatti trovare l’equilibrio tra agricoltura e produzione energetica: è importante non coprire troppo terreno agricolo, per non compromettere la produzione; d’altro canto, il numero di pannelli deve essere sufficiente a rendere l’investimento energetico sostenibile dal punto di vista economico.
I primi dati significativi potrebbero arrivare già alla fine della stagione produttiva, anche se serviranno più cicli per una valutazione completa.
Il progetto europeo
Il progetto europeo Symbiosyst, finanziato dal programma Horizon Europe, coinvolge 16 partner da tutta Europa e durerà quattro anni. Oltre all’impianto realizzato a Bolzano, prevede la costruzione di altri due impianti pilota: uno a Barcellona, su coltivazioni ortofrutticole, e uno nei Paesi Bassi, sopra una serra.
Questi casi studio permetteranno al team di progetto di valutare la produzione elettrica e il suo possibile riutilizzo in loco in diversi contesti: per coprire il fabbisogno di una comunità energetica, di una zona industriale, di un consorzio ortofrutticolo o dell’azienda stessa.
La priorità della ricerca si concentra sul benessere delle colture. Nei diversi impianti pilota sono stati installati avanzati sistemi di monitoraggio “gemelli” che permetteranno di confrontare i dati raccolti e ottenere indicazioni concrete su come favorire una reale simbiosi tra agricoltura e produzione di energia.