SolarWorld Industries America ha annunciato che, insieme ad altre società americane, ha depositato lo scorso 19 ottobre , presso le autorità governative di Washington D.C. un’istanza con cui si chiede l'attivazione di misure per arginare l'ondata di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina.
SolarWorld Industries America ha annunciato che, insieme ad altre società americane, ha depositato lo scorso 19 ottobre , presso le autorità governative di Washington D.C. un’istanza con cui si chiede l'attivazione di misure per arginare l'ondata di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina.
Le aziende statunitensi promotrici dell'istanza, riunite nella Coalition for American Solar Manufacturing, hanno presentato a sostegno della propria denuncia un documento di diverse centinaia di pagine. L'istanza, suddivisa in quattro parti, è stata presentata al Dipartimento del Commercio e alla International Trade Commission degli Stati Uniti.
Questa è la prima azione ufficiale del gruppo di società e la denuncia contro pratiche di commercio sleali è il primo del suo genere nel settore delle energie rinnovabili.
In pratica la denuncia sostiene che sussista un protezionismo statale a favore delle aziende fotovoltaiche cinesi che permette da tempo la pratica del dumping per immettere sul mercato celle solari e moduli fotovoltaici a prezzi molto bassi in modo da incrementare sistematicamente le quote di mercato.
Sono stati denunciati inoltre, secondo il comunicato di SolarWorld, numerosi casi documentati di violazione degli standard, ambientali, sociali e di qualità che regolano, invece, i siti di produzione negli Stati Uniti e in Germania.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di SolarWorld AG, E. h. Frank Asbeck, ha dichiarato: "Con le nostre fabbriche europee e americane riusciamo a reggere la competizione internazionale – ma qui ci troviamo di fronte a una concorrenza sleale, alla quale dobbiamo opporre resistenza."
Gordon Brinser, Presidente di SolarWorld Industries America ha invece dichiarato:”La Cina non ha reali vantaggi di costo, neanche in virtù dei salari bassi. L’incidenza della manodopera su prodotti ad alta tecnologia come i moduli fotovoltaici e le celle solari è ridotta; da noi, per esempio, si aggira intorno al 10% .“ I presunti vantaggi legati al basso costo della manodopera cinese sarebbero pertanto annullati dai costi indiretti di produzione e dai costi di trasporto. “