La portata dei problemi delle reti di distribuzione dell’energia può comunque andare oltre i confini di singoli Stati e gli esperti avvisano che, in presenza di transitori di frequenza, c’è il rischio di superare il limite di generation loss “ride-through” di 3000 MW del sistema elettrico continentale europeo.
A questo riguardo viene citata frequentemente la lettera di ENTSO-E a EC che sottolinea questo tipo di problematiche.
Un altro esempio di segnalazione importante su qesuto fronte è quella dell’Autorità sullo stato dei mercati dell’energia elettrica e del gas naturale (AEEG) e le relative criticità . La PAS 21/11 del 6 ottobre 2011 infatti mette in luce diverse problematiche connesse con l’integrazione delle fonti rinnovabili nel mercato elettrico “ attribuibili all’aleatorità della produzione da fonti rinnovabili non programmabili e accentuate dalle carenze infrastrutturali delle aree in cui tali fonti sono prevalentemente localizzate. In particolare, l’aleatorietà di tali fonti comporta: da un lato, un incremento dell’errore di previsione del carico residuo da bilanciare in tempo reale e, quindi, un incremento dei fabbisogni di regolazione di frequenza e potenza sia in aumento (riserva a salire) che in diminuzione (riserva a scendere); dall’altro, la riduzione della porzione di carico soddisfatta da unità di produzione termoelettriche con capacità di regolazione rende ancora più difficoltosa la costituzione dei margini di riserva necessari a soddisfare i predetti fabbisogni (taluni servizi di riserva possono infatti essere resi esclusivamente o prevalentemente da impianti in produzione). In più, tali difficoltà sono ulteriormente acuite per effetto delle carenze infrastrutturali (scarsa magliatura di rete e impianti termoelettrici di vecchia generazione con scarse capacità di regolazione) delle zone in cui le fonti non programmabili sono disponibili.”
Tra i vari punti interessanti del documento va citato anche questo: “gli impianti di generazione distribuita, in particolare i fotovoltaici, presentano ancora sistemi di protezione tarati in modo da prevederne la disconnessione ogniqualvolta la frequenza fuoriesca dall’intervallo 49,7 Hz – 50,3 Hz. Ciò comporta che, in caso di grave incidente di rete con variazione di frequenza significativa, si verificherebbe una perdita di generazione pari all’intera generazione distribuita (tra cui i soli impianti fotovoltaici presentano una potenza installata di 11.000 MW), rendendo di fatto necessaria l’attivazione del piano di difesa del SE e, in particolare, del piano di alleggerimento del carico. Quest’ultimo piano controlla il distacco di carico civile a seguito di gravi incidenti di rete che provochino un’elevata perdita di generazione.”
Come si può notare, l’attenzione su questo argomento è alta e viene citato anche, come esempio, una criticità avvenuta in Sicilia il 18 maggio scorso quando, in condizioni di rete isolata dal Continente, la perdita di un’unità di produzione da 150 MW pur provocando un lieve calo di frequenza, ha indotto la perdita di 80 MW di produzione fotovoltaica, rendendo necessario l’intervento degli alleggeritori di carico.