Marzo 7, 2011

Francesco Ferrari

Le reazioni al Decreto Legislativo sulle rinnovabili

Anche da parte dei produttori, comunque sono arrivati commenti preoccupati.

Francesco Zorgno, AD di Enfinity Italia, per esempio, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di certezze, come la necessità di capire a quanto ammontino i tagli e da quando saranno applicati. Si rischia di creare, infatti, una situazione di stallo che porta a una paralisi del mercato e al pericolo di fuga all’estero di aziende che investono in Italia. Il rischio reale è che il perdurare di tale situazione possa ostacolare lo sviluppo di un settore ritenuto fondamentale per i prossimi anni nel nostro Paese. Siamo d’accordo nel rivedere le condizioni che attualmente regolamentano il mercato, ma questo va deciso in tempi rapidi, in modo da sapere da subito che direzione prenderà lo sviluppo di questo settore. Enfinity è presente in Italia dal 2007, e devo purtroppo sottolineare che l’incertezza di questi giorni rischia solo di scoraggiare gli investitori esteri che guardano al nostro Paese con interesse”.

Marco Gehring, Amministratore Delegato di Solarday ha dichiarato invece: "l'Italia, grazie al conto energia, può oggi contare su punte d'eccellenza tecnologica e produttiva. Eccellenze che meritano la giusta attenzione da parte della politica. Come uno dei primi produttori italiani di moduli chiediamo che queste realtà industriali possano emergere al meglio, contribuendo allo sviluppo economico dell'Italia, anche in un settore nuovo come quello del fotovoltaico. Chiediamo però regole chiare e certezza del diritto poiché le continue polemiche di questi giorni creano solo un clima di incertezza, scoraggiando gli investitori e creando confusione nei consumatori.

Siamo concordi nella regolamentazione del settore che deve premiare i piccoli impianti favorendo le realtà locali, così come crediamo nella necessità di contrastare operazioni speculative che non consentono una crescita sana di questo comparto.”

Gehring ha proseguito: “Gli incentivi sono ancora necessari per accompagnare la crescita del mercato nei prossimi anni. Rimandarne la discussione alla prossima primavera, vorrebbe dire tenere tutto il settore "ostaggio" di un clima di continua incertezza, con gravi ripercussioni sulle vendite".

 

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