Gennaio 20, 2012

Cristiano Sala

Pannelli fotovoltaici ad alta resistenza

Esiste infine la variante IEC 61701, o test di corrosione dei moduli, che prevede l’esposizione ad agenti corrosivi (salsedine) e rappresenta un passaggio fondamentale per quei dispositivi che dovranno essere installati in atmosfera altamente corrosiva. Oltre a questo tipo di prova, la normativa prevede la verifica dei requisiti minimi a livello elettrico/meccanico.

I test relativi alla norma IEC 61701 prevede differenti livelli. Operando secondo il massimo grado di stress per i pannelli (livello 6), vengono applicati 8 cicli di test continui, per una durata di 56 giorni. I moduli sono esposti a soluzioni di cloruro di sodio al 5%, successivamente a nebbia salina, per quattro fasi della durata di due ore a 35° con il 93% di umidità. Ciascun periodo è seguito dal deposito in un ambiente umido per un periodo di 20/22 ore a 40°C (umidità relativa al 93%). Successivamente i moduli vengono riposti in un ambiente a clima normale per tre giorni. Al termine del periodo è possibile constatare l’effetto corrosivo dei differenti agenti, dato che le prove costituiscono una simulazione accelerata capace di ricreare le atmosfere cariche di sale che agiscono su un modulo fotovoltaico per tutta la durata del suo ciclo di vita.

Le normative in materia di corrosione, sono costantemente ampliate, per consentire una sempre migliore analisi dei prodotti. La sezione IEC relativa ai test a base ammoniacale è in fase di studio, ma sono in fase di valutazione anche ulteriori verifiche relativamente alla corrosione e contaminazione da diossido di zolfo.

Attualmente è entrato in vigoro il test denominato 2PFG, che prevede l’esposizione dei pannelli a concentrazioni estreme di ammoniaca, oltre all’osservazione dell’eventuale degrado fisico ed elettrico.

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