Secondo i dati Eurostat il Vecchio Continente crede nelle rinnovabili. A dimostrarlo i risultati aggiornati al 2015 pubblicati dall’ufficio Statistiche dell’Ue.
Secondo i dati Eurostat il Vecchio Continente crede nelle rinnovabili. A dimostrarlo i risultati aggiornati al 2015 pubblicati dall’ufficio Statistiche dell’Ue.
Le fonti di approvvigionamento green hanno infatti coperto il 16,7% dei consumi finali lordi di energia nell’Unione, con un netto incremento rispetto al 2004, primo anno in assoluto nel quale è stata avviata l’elaborazione dei dati sulle rinnovabili. In questi anni, la messa in servizio di nuovi impianti ha permesso di ridurre lievemente l’uso di fonti fossili, anche se la marcia è ancora lunga e l’entrata in servizio delle strutture è stata discontinua e principalmente visibile negli ultimi 5 – 6 anni.
In Italia la crescita delle rinnovabili, soprattutto del fotovoltaico, è stata dirompente grazie al Conto Energia e alla forte incentivazione statale. A fronte di una veloce scalata della capacità green installata, si è poi assistito a un rallentamento generalizzato. Nonostante un percorso tutt’altro che facile, le rinnovabili italiane hanno centrato l’obiettivo del 17% imposto dall’UE, già nel 2014.
Nel 2015 l’Italia ha fatto segnare un +0,5% rispetto al target comunitario.
Nei differenti Paesi, l’adozione è stata variabile, anche se 22 Stati su 28 hanno registrato una crescita, in primis Svezia (53,9%) e Finlandia (39,3%).
Tra i Paesi meno virtuosi, Lussemburgo e Malta (5,0%), Paesi Bassi (5,8%), Belgio (7,9%) e UK (8,2%).
Rispetto agli obiettivi Ue, la maggior parte degli Stati appare allineata o in dirittura d’arrivo, ma non mancano realtà ancora in affanno e lontane dal target prefissato. Tra queste anche economie importanti, quali Francia (-7,8 punti) e Regno Unito (-6,8).