Gennaio 10, 2018

Redazione

Klimahouse Startup Award 2018, green building e fotovoltaico

E2T: uno spin-off dell’Università tecnica di Graz che ha sviluppato un sistema innovativo di stoccaggio di energia solare di misure contenute e a portata di balcone. Questo piccolo impianto fotovoltaico —composto da 4 piccoli pannelli solari— è in grado di misurare i consumi energetici dell’abitazione e immette nella rete esattamente quanto consumato in un determinato momento.
Per l’installazione non serve un tecnico, basta attaccare il dispositivo alla rete. 

Glass to Power: uno spin-off dell’Università degli Studi di Milano Bicocca che sviluppa finestre fotovoltaiche. Un prodotto altamente innovativo – brevettato e pluripremiato — basato sulla tecnologia dei Concentratori Solari Luminescenti (LSC), cioè lastre di plastica nelle quali sono incorporate speciali nanoparticelle che catturano e concentrano la luce solare, trasformando così comuni finestre in pannelli solari semitrasparenti in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di
un edificio.

Innovacrete: uno spin-off dell’Università Politecnica delle Marche, specializzato nello sviluppo e la produzione di materiali avanzati a base cementizia dalle altissime prestazioni. La mission della startup è quella di rinnovare una tecnologia consolidata come quella dei materiali cementizi tradizionali, introducendo una serie di prodotti con formulazioni avanzate: alte prestazioni grazie ad una matrice cementizia estremamente compatta e alla presenza di fibre; competitività sul mercato grazie ad un miglior rapporto resistenza/peso; eco-friendliness grazie all’impiego di sottoprodotti industriali valorizzati. 

Klimahouse Startup Award 2018, green building e fotovoltaico

Kewazo: la startup fondata nel 2016 a Monaco di Baviera ha inventato un sistema robotizzato per il montaggio di ponteggi nei cantieri edili, che fa sì che durante l’assemblaggio tutti i componenti arrivino nel posto giusto al momento giusto. Una tecnologia che non solo permette notevoli risparmi a livello di costi (del 30%) e tempo (l’assemblaggio può essere accelerato di un massimo di 42%) ma che è anche in grado di rendere il montaggio più sicuro e flessibile. 

Mind: una startup di Modena che ha dato vita a un sistema di domotica basato su una serie di algoritmi intelligenti e che si caratterizza per il suo design made in Italy. La rete di sensori di Mind raccoglie e apprende gusti e abitudini di ogni abitante della casa per rendere l’ambiente sensibile allo stile di vita di ognuno. In base alle informazioni raccolte ed elaborate il sistema attiva, accende, regola, controlla, spegne la tecnologia e gli impianti della casa per creare l’ambiente più confortevole possibile. Gli abitanti possono dialogare con il sistema intelligente attraverso i comandi vocali e controllarlo via app. 

Mogu: una startup di Varese che ha sviluppato delle mattonelle a base di funghi, un materiale di costruzione al 100% compostabile e utilizzabile nell’edilizia in forma di pavimenti resilienti o per l’isolamento termico e acustico delle abitazioni. Questo materiale innovativo è composto da micelio e da scarti della filiera agroindustriale. Il fungo che cresce all’interno e intorno al substrato vegetale funge da colla naturale e fornisce solidità al biomateriale. 

Nathal Energy: una startup di Villach, Austria, che ha creato una tecnologia brevettata per realizzare dei contenitori di alimentazione in grado di fornire — a base rigenerativa — elettricità, acqua, calore e climatizzazione. Questi contenitori rispondono a standard tecnici internazionali e possono essere trasportati in aree remote via strada o elicottero. Questi contenitori multi-funzionali possono trovare utilizzo nel settore dell’aiuto umanitario oppure nell’edilizia residenziale. 

Powahome: una startup di Roma, creatrice di un sistema di domotica che può essere facilmente inserito all’interno degli interruttori e delle prese già esistenti in casa. Powahome permette di controllare da remoto tutte le funzionalità smart tramite il proprio smartphone o tablet. L’installazione del sistema impiega solo 2 ore e non richiede alcuna modificazione all’impianto elettrico dell’abitazione. Il sistema è programmabile e mantiene in memoria le impostazioni anche in caso di black-out totale. 

Ribes Tech: la startup di Milano ha sviluppato un processo innovativo per la produzione di pannelli fotovoltaici flessibili. Tali pannelli sono stampati in grandi volumi su fogli di plastica a basso costo in ogni forma o colore e sono, inoltre, riciclabili ed estremamente leggeri (poche centinaia di grammi per metro quadro). Grazie a queste proprietà uniche, i pannelli Ribes Tech possono aprire la strada verso nuovi mercati, trovando applicazione in campi non ancora esplorati in quanto non accessibili alle classiche tecnologie fotovoltaiche. 

Ricehouse: una giovane azienda di Biella che si pone l’obiettivo di sostenere l’utilizzo della paglia e della lolla di riso come materiale da costruzione, al fine di attivare un processo virtuoso dal punto di vista sociale, economico e ambientale. In particolare si occupa dello sviluppo, della produzione e commercializzazione di questi materiali biocompositi che in ambito dell’edilizia sono caratterizzati dall’elevata efficienza energetica e acustica, da comfort abitativo, salubrità degli ambienti e ecocompatibilità. 

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