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E.ON “Progetto scuole”, tra biodiversità, sostenibilità e futuro

Aprile 8, 2025
Roberta Cecchi

I cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti e limitarsi a un semplicistico “non esistono più le mezze stagioni” non può liquidare in fretta e furia un problema sempre più annoso che, con gli anni, è destinato a diventare non solo di maggiore attualità, ma anche sempre più impattante nella vita di ognuno noi. È proprio sulla crisi climatica, la biodiversità, la sostenibilità e una forte presa di coscienza che E.ON ha deciso di puntare già da alcuni anni, dando inizio a un programma di connessione con le nuove generazioni chiamato “Progetto Scuole E.ON”. Un’iniziativa questa che ha preso il via nel 2016 e che solo quest’anno ha coinvolto più di 22.000 studenti suddivisi in circa 900 classi e appartenenti alle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Progetto Scuole E.ON

Laboratori e visite nei parchi sono solo alcune delle attività organizzate (con il supporto dei collegi così come degli insegnanti) dall’azienda energetica, che per l’edizione 2024/2025 ha dato inizio all’iniziativa “Roadshow della Biodiversità e dell’Energia”. Grazie a questa gli studenti hanno avuto la possibilità di visitare e guardare con occhi diversi i territori che li circondano, alla scoperta della natura. A essere stati coinvolte dal percorso sono stati: il Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone (LC), il Parco della Valle del Lambro (MB), il Sentiero spirito del bosco (LC), il Parco del Beigua – UNESCO Global Geopark (SV) e il Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri (IM).

È stato un dialogo tra generazioni quello che si è venuto a creare dove, grazie alla presenza di esperti in biodiversità, natura, meteorologia e molto altro, si è affrontato il tema della consapevolezza così come quello delle grandi sfide che le nuove generazioni si ritroveranno costrette ad affrontare nei decenni a venire.

L’obiettivo di questi incontri è stabilire una connessione con i ragazzi, facendo capire loro non solo quanto sia fondamentale salvaguardare il pianeta, ma anche comprendere i cambiamenti attualmente in atto nel mondo, così come le possibili soluzioni che possono porre un freno al surriscaldamento globale (e non solo). Gesti semplici e quotidiani ma che su larga scala possono fare la differenza. O generare un circolo virtuoso familiare emulativo.

Biodiversità, sostenibilità e futuro – L’evento E.ON

È con queste premesse che ha preso il via l’evento E.ON “Energia per il Futuro: Sostenibilità, Nuove Generazioni e le Professioni di Domani” organizzato presso Cascina Costa Alta all’interno del parco di Monza. Una location bucolica e suggestiva che ben rappresenta quanto la natura e la biodiversità sia fondamentali per il benessere umano.

È in occasione della tappa conclusiva dell’edizione 2024-2025 del Progetto Scuole E.ON che si è tenuta la conferenza stampa che ha tirato le somme di questo lungo percorso formativo che, con il passare degli anni, sembra incontrare sempre più sfide da affrontare. L’evento è stato moderato dal dott. Lucio Biondaro, CEO di Pleiadi nonché esperto di educazione e divulgazione scientifica. Mentre a intervenire sono stati Luca Conti, CEO di E.ON Italia. Andrea Giuliacci, meteorologo Meteo Expert e Professore di fisica dell’atmosfera presso Università Bicocca. Andrea Pusateri, paraciclista. Andrea Grieco, divulgatore scientifico che crea contenuti social inerenti al mondo della sostenibilità e del climate change. Virginia Benzi, divulgatrice scientifica che utilizza le piattaforme social per parlare di Fisica raccontando le STEM alle nuove generazioni. Oltre agli esperti all’incontro hanno partecipato anche 24 studenti del liceo linguistico Martin Luther King di Muggiò, che ha aderito all’iniziativa di E.ON.

La conferenza

Non fare certe azioni è già una scelta”, ha affermato Biondaro, sottolineando quanto sia importante per i cittadini non solo scegliere cosa bisogna fare, ma anche comprendere ciò che accade intorno a noi, in modo da avere una visione il più reale e corretta possibile. Poiché ciò che si decide oggi avrà forti ripercussioni nel futuro, dove assisteremo a grandi cambiamenti che richiederanno requisiti quali: resilienza, volontà di cambiamento e un approccio particolare alla tecnologia. Con quest’ultima che però potrebbe rappresentare il ruolo di un possibile alleato.

Luca Conti: Perché un’azienda come E.ON crea un progetto per le scuole

“Quando penso al Progetto Scuole penso a due aspetti. Il primo è l’importanza di fare qualcosa non per, ma insieme alle generazioni future” ha dichiarato Conti spiegando che il “qui e ora” deve lasciare spazio a un sistema migliore che pensi anche a ciò che succederà “poi”. Si tratta quindi di una transizione e di una graduale evoluzione verso il futuro. “Noi naturalmente viviamo tutto questo dal punto di vista energetico. Dobbiamo accompagnare un percorso di progressiva uscita dal mondo delle fonti fossili verso quello delle fonti rinnovabili. Lo facciamo per l’ambiente e la biodiversità”, ha specificato il CEO di E.ON aggiungendo “Siamo un paese che, soprattutto in alcune aree, ha il privilegio di avere fino a 1800 ore nelle quali può creare energia con il sole. Mentre se si pensa al nord Europa questo numero va diviso per due. È una ricchezza incredibile”. Ecco perché quindi in Italia la transizione energetica, specialmente per quanto riguarda il fotovoltaico, può essere molto più semplice che altrove.

biodiversità

Biodiversità, sostenibilità e futuro con E.ON – Da sinistra: Lucio Biondaro, Luca Conti, Andrea Giuliacci, Andrea Pusateri, Andrea Grieco, Virginia Benzi.

La transizione che ha in mente Luca Conti è però smart, poiché vuole assecondare le necessità e i bisogni di ogni singolo individuo, non puntando mai sul “consumo meno”, bensì “meglio”. Ovvero, come sottolinea il CEO di E.ON, in modo “più efficiente e responsabile, evitando quindi gli sprechi. Mentre l’energia che mi serve la produco in maniera rinnovabile e sostenibile”.

Il secondo tema caldo sul quale punta Conti è la digitalizzazione. Che però significa anche interconnessione. E condivisione. “Viviamo in un mondo sempre più interconnesso, quindi l’energia che produciamo sul tetto di un’impresa può venire messa a disposizione della comunità che sta intorno. Con modalità di comunità energetiche”. Il tema dell’energy sharing sembra essere destinato a diventare centrale nei prossimi anni e questo anche grazie alle reti sempre più sofisticate, che permettono di produrre energia in un posto e utilizzala in un altro.

Comunità e consapevolezza

I tetti di imprese e case quindi possono diventare il centro nevralgico della nuova energia rinnovabile, dove ognuno non pensa solo al proprio fabbisogno ma a quello di della collettività. Responsabilizzarsi e responsabilizzare quindi, sempre con consapevolezza. “Il motore del cambiamento però è sempre quello della popolazione più giovane. Ed è per questo che noi investiamo nel Progetto Scuole, anche perché stiamo ricevendo tanto in cambio in termini di visione e di come le nuove generazioni vedono il mondo dell’energia. E questo per noi è essere responsabili”, afferma Conti al termine del suo intervento.

Andrea Giuliacci: Intelligenza artificiale e previsioni meteo

Come mai sbagliamo ancora le previsioni?” esordisce Andrea Giuliacci sottolineando come la meteorologia sia una scienza troppo esatta, al punto da essere “incline” agli errori. “Richiede una precisione di dati e conoscenza dell’atmosfera che è veramente elevata. Quindi se noi non conosciamo tutto dell’atmosfera e non sappiamo alla perfezione che tempo fa, come possiamo sapere che tempo farà?”, si domanda il meteorologo. È qui però che entrano in campo la tecnologia e i dati.

L’intelligenza artificiale è una grande opportunità. So che questa pone grandi questioni, anche etiche, ma che riguardano soprattutto il mondo dell’informazione e della comunicazione. Mentre per la scienza è una opportunità incredibile. Perché accorcia i suoi tempi evolutivi. Quello che un tempo infatti avresti fatto in 20 anni ora puoi farlo in pochi mesi” ha sottolineate Giuliacci dando un differente punto di vista sul tema IA, che oggi viene utilizzata anche per cercare di prevedere i punti esatti in cui cadranno i fulmini durante un temporale.

Questi studi sono già nella fase operativa. Grazie agli algoritmi creati dall’intelligenza artificiale, analizzando le immagini del satellite, stanno arrivando a prevedere già un’ora prima che arrivi il temporale quali saranno le zone in cui cadranno i fulmini”. Uno strumento quindi potentissimo e utilissimo l’IA, ma che ha sempre più bisogno di esperti in grado di maneggiarla e gestirla con cura, poiché in futuro si rivelerà fondamentale per comprendere la scienza del cambiamento climatico. Sarà infatti in grado di dare un forte aiuto nel capire come mai e come cambierà in futuro. Questi strumenti si dimostreranno quindi importantissimi per scoprire dove stiamo andando, dandoci così la possibilità di agire di conseguenza.

Andrea Pusateri: La resilienza

Nel futuro, dal punto di vista climatico, l’uomo sarà costretto a dimostrare una grande resilienza. Un termine questo che ben racconta Andrea Pusateri, la cui presenza durante l’incontro tenutosi a Monza è servita proprio a dimostrare quanto la tenacia e la determinazione possano fare la differenza. Anche davanti alle difficoltà apparentemente più insormontabili, che lo sportivo è però stato in grado di superare non facendosi mai abbattere dallo sconforto. Pusateri infatti a soli 3 anni e mezzo ha subito un grave incidente dove non ha solo perso la madre, ma la gamba destra (mentre la sinistra è stata fortunatamente riattaccata).

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Una vita apparentemente in salita la sua ma che, sentendo parlare il paraciclista 31enne, sembra avergli insegnato fin da subito il valore delle cose. “C’è sempre un modo per superare le avversità. Nella mia vita ho avuto un sacco di sfighe, ma per me la resilienza è non lasciarsi abbattere dalle difficoltà rimboccandosi sempre le maniche” ha dichiarato lo sportivo, che ha poi parlato dell’escursione (avvenuta lo scorso anno) sul ghiacciaio del Monte Bianco. “Tutto è successo grazie a un progetto della Valle d’Aosta inerente all’accessibilità e sul rendere tutto accessibile con l’aiuto alle guide alpine” ha spiegato Pusateri aggiungendo: “La forza sta dentro ognuno di noi. È sempre meglio vivere una vita serena, ma tante volte le difficoltà ti rendono consapevole del fatto che devi reagire. La vita va avanti con o senza di te, quindi spetta a te decidere come affrontarla. Io però non cambierei niente della mia vita, poiché mi ha dato una visione per essere qui oggi, e per fare quello che sto facendo”.

Andrea Grieco e Virginia Benzi: le azioni di oggi costruiscono un futuro di sostenibilità e biodiversità

Quando parliamo di sostenibilità lo facciamo sempre dal nostro punto di vista, ovvero quello degli esseri umani, poiché al pianeta terra in realtà non interessa se le estati sono più calde, i ghiacciai si sciolgono e il livello dei mari si innalza. La sua vita andrà avanti sempre e comunque. È solo per noi stessi quindi che dobbiamo tutelare la biodiversità, salvaguardando la natura che ci circonda.

L’oceano ad esempio assorbe il 25% dell’anidride carbonica dovuta e dispersa nell’ambiente dalle attività umane”, afferma Andrea Grieco sottolineando quanto la salvaguardia del mare sia cruciale e quanto le nostre azioni abbiano un impatto, anche solo quando si tratta di acquistare dai vari shop di fast fashion. “I materiali di cui sono fatti quei prodotti sono scarsi, inquinano, sono microplastiche che si disperdono nell’ambiente e che finiscono nei nostri piatti. Ogni anno, di plastica, ingeriamo l’equivalente di una carta di credito”, dichiara il divulgatore scientifico.

Noi siamo le sentinelle del pianeta. Siamo noi che abbiamo la consapevolezza e che possiamo chiedere ad aziende e comuni di attivarsi per trovare delle soluzioni che abbiano un impatto positivo nelle nostre vite”, ha proseguito Grieco, fermamente convinto che la coscienza vada divulgata, anche tra i giovani e attraverso l’utilizzo dei social.

Dello stesso parere è anche la collega Virginia Benzi, che racconta la complessità di rendere appetibile per le masse anche un argomento ostico come quello della Fisica. “I divulgatori scientifici hanno l’arduo compito di mettere in contatto il mondo accademico, che non accetta che i contenuti vengano semplificati, con le persone che non sanno cosa sia l’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr). La difficoltà più grande, per chi parte da un background accademico, è utilizzare un linguaggio semplice. Le licenze poetiche però si prendono”, ammette Benzi, che nonostante tratti di temi quali la fisica quantistica ha un pubblico giovane ma attentissimo. Poiché alla fine la differenza la fa davvero l’approccio che ognuno di noi ha alle cose, sia che si tratti di divulgazione così come di crisi climatica o biodiversità.

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