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Banca Etica: non recedere dalla sostenibilità aziendale

Aprile 11, 2025
Nicola Martello

Banca Etica ha scritto agli europarlamentari italiani per chiedere che apportino sostanziali correzioni al cosiddetto “pacchetto Omnibus” proposto dalla Commissione UE e che deve essere approvato dal Parlamento Europeo. Il pacchetto Omnibus è un insieme di proposte legislative della Commissione Europea per semplificare le norme sulla sostenibilità aziendale. Il pacchetto è stato presentato il 26 febbraio 2025 con gli obiettivi dichiarati di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, migliorare la competitività dell’Unione Europea, coniugare semplificazione normativa e transizione ecologica.

Banca Etica riconosce che ci sia una necessità di semplificare le complesse normative europee in materia di sostenibilità e rendicontazione ambientale, ma ritiene che la proposta della Commissione UE denominata “pacchetto Omnibus” usi la semplificazione come alibi per smantellare tutto l’impianto normativo faticosamente costruito dalle istituzioni europee negli ultimi dieci anni.

Anna Fasano, presidente di Banca Etica
Il pacchetto Omnibus si traduce in una deregolamentazione eccessiva. Se venisse confermato questo impianto, il risultato porterebbe a una minore responsabilità delle imprese, meno trasparenza su tutti i dati legati alla sostenibilità, minore disponibilità di informazioni per gli investitori, i risparmiatori e il pubblico, svuotando di senso l’idea stessa di finanza sostenibile e allontanando l’Unione Europea dagli obiettivi che essa stessa si è data in materia di cambiamenti climatici o di tutela dei diritti.

Con la proposta Omnibus è l’insieme del Green Deal europeo a subire una pesante battuta d’arresto. In particolare, si rischia di privare gli intermediari finanziari di dati robusti e comparabili, indispensabili per poter strutturare fondi d’investimento realmente sostenibili ai sensi della normativa europea SFDR sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, ampliando possibili situazioni di greenwashing; e di limitare la capacità delle banche di valutare i rischi derivanti dai fattori ESG, oramai integrati negli strumenti di analisi anche a seguito delle sollecitazioni in questo senso della Vigilanza.

Rischio di confusione per le imprese

Nel documento inviato da Banca Etica agli europarlamentari si denuncia, inoltre, come cambiamenti così radicali in normative che, come nel caso della direttiva CSDDD sul dovere di diligenza per le imprese ai fini della sostenibilità non erano ancora pienamente entrate in vigore, creano confusione sia nel pubblico sia nel mondo delle imprese. Vengono penalizzate le aziende che si sono mosse per tempo e si sono già impegnate in un percorso verso la transizione e la sostenibilità, e vengono premiate quelle che si limitano a dichiarare tale impegno senza prendere misure concrete.

Anna Fasano
Banca Etica, insieme alla Federazione delle Banche Etiche Europee (Febea), ha seguito con attenzione il percorso legislativo che ha portato l’Unione Europea a varare negli ultimi anni corpose normative in materia di transizione ecologica e finanza sostenibile. Spesso le normative approvate sono state deludenti rispetto alle aspettative di chi fa finanza etica, come quando l’Europa ha deciso di includere anche il gas e il nucleare tra gli investimenti sostenibili.

Ma mai ci saremmo aspettati una tale repentina marcia indietro dettata dalla necessità di rendere l’Europa più competitiva. Abbiamo scritto agli eurodeputati italiani per chiedere che si impegnino a migliorare il pacchetto Omnibus. La competitività non può essere una corsa al ribasso sull’ambiente e sui diritti: l’Europa vincerà la sfida anche sui mercati se punterà sull’eccellenza cercando di offrire prodotti e servizi che possano meglio rispondere alle richieste dei consumatori che vogliono prodotti di qualità realizzati senza sacrificare ulteriormente la vivibilità sul pianeta o i diritti dei lavoratori e delle persone. Come attori di finanza etica continueremo a essere in prima fila per lavorare in questa direzione, sia facendo sentire la nostra voce, sia mostrando con il nostro impegno e la nostra operatività quotidiana che una sostenibilità definita in maniera trasparente e rigorosa è prima di tutto una necessità, e in secondo luogo un fattore decisivo della competitività e del modello ambientale, sociale ed economico che vogliamo promuovere.

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