I dazi applicati ai differenti mercati stranieri da una nazione o dall’altra costituiscono un ostacolo allo sviluppo dell’industria fotovoltaica. Lo sa bene la SEIA americana, Solar Energy Industries Association, che propone una possibile risoluzione per limitare i problemi derivanti dalla disputa tra Stati Uniti e Cina.
I dazi applicati ai differenti mercati stranieri da una nazione o dall’altra costituiscono un ostacolo allo sviluppo dell’industria fotovoltaica. Lo sa bene la SEIA americana, Solar Energy Industries Association, che propone una possibile risoluzione per limitare i problemi derivanti dalla disputa tra Stati Uniti e Cina.
L’idea sarebbe quella di azzerare i dazi imposti in modo congiunto, rinunciando ai vincoli imposti da entrambe le parti su pannelli e silicio.
Si tratta di un disegno e una proposta che vede la luce dopo diversi mesi di analisi del mercato e un’attenta osservazione delle dinamiche globali. Di fatto, imporre dazi non significa favorire unicamente le fabbriche sul territorio. Ad esempio, secondo SEIA, la tassazione addizionale non hanno fatto altro che agevolare i produttori di celle che operano al di fuori del territorio cinese e non hanno portato alla tanto sospirata crescita dei prezzi del solare USA.
Proprio per questo si propone l’eliminazione dei dazi e l’istituzione di un fondo finalizzato a sostenere i produttori e il mercato USA.
Il presidente e CEO di SEIA, Rhone Resch, commenta: l’attuazione della proposta “abbasserebbe i costi per i produttori cinesi per l’esportazione di celle e moduli solari negli Stati Uniti e aumenterebbe la capacità dei produttori americani di competere lealmente sul campo di gioco. Eliminerebbe anche i rischi e i costi delle attuali e future dispute sia per le compagnie cinesi che per quelle americane. Ma, cosa molto importante, l’accordo proposto da SEIA farebbe bene ai consumatori americani come anche a tutti i consumatori di energia solare, abbassando i costi”.