L’Istituto di statistica europeo Eurostat ha rilasciato i dati relativi alla produzione e al consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili per quanto riguarda i Paesi membri dell’unione. Le analisi mettono in rilievo una quota delle fonti rinnovabili del 14,1%, riferita all’intera produzione elettrica per l’anno 2012.
L’Istituto di statistica europeo Eurostat ha rilasciato i dati relativi alla produzione e al consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili per quanto riguarda i Paesi membri dell’unione. Le analisi mettono in rilievo una quota delle fonti rinnovabili del 14,1%, riferita all’intera produzione elettrica per l’anno 2012.
Si tratta di un importante passo avanti rispetto agli anni precedenti, un segno dei tempi che cambiano e della volontà di rinnovamento della popolazione europea.
Tra i Paesi che hanno utilizzato di più le fonti rinnovabili si trovano l’Austria, la Danimarca, la Grecia, l’Italia e la Svezia. In particolare, in Austria si è passati dal 22,7% del 2004 al 32,1% del 2012, mentre in Grecia la generazione da fonti rinnovabili è raddoppiata in otto anni.
La strada verso gli obiettivi comunitari è avviata ma, secondo Eurostat, servirà un approccio orientato al mercato che possa sostenere i singoli stati. Si tratta di un passaggio determinante per raggiungere gli obiettivi 2020 e quelli per il 2030 (40% di gas serra in meno e il 27% di energia fornita solo da fonti pulite).
Nella classifica dei Paesi virtuosi rientrano a pieno titolo Bulgiaria, Estonia e Lettonia, che hanno raggiunto obiettivi di 16,3%, 25,2% e 35% per quanto riguarda la produzione da fonti pulite.
Molti altri Paesi hanno avviato una politica di rinnovamento e incrementano costantemente la quota di energia pulita prodotta nel mix energetico.
Ad esempio, la Croazia ha raggiunto il 16,8%, la Lituania il 21,7%, la Romania il 22,9% e la Slovenia il 20,2%.