Le associazioni di categoria chiedono al MiSE che il provvedimento sul capacity market italiano rispetti gli obiettivi e le norme del Clean Energy Package.
Le associazioni di categoria chiedono al MiSE che il provvedimento sul capacity market italiano rispetti gli obiettivi e le norme del Clean Energy Package.
Le associazioni Assoutenti, Casa del Consumatore, Greenpeace, Italia Solare, Legambiente e WWF chiedono che il Ministero dello Sviluppo Economico ripensi al mercato della capacità elettrica alla luce del Clean Energy Package e del Regolamento sul mercato elettrico pubblicati il 14 giugno in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Mentre il Clean Energy Package, punta a un sistema sempre più decentralizzato, fatto di comunità energetiche, consumatori attivi e generazione locale, con il provvedimento sul mercato di capacità il MiSE sta, invece, lavorando per accelerare l’introduzione di uno strumento che va nella direzione opposta, tanto da incentivare di fatto una corsa alla realizzazione di nuove centrali alimentate ancora a fonti fossili.
Con questo sistema nuove centrali termoelettriche verranno remunerate per i prossimi 15 anni grazie a ben oltre un miliardo annuo pagato dai consumatori in bolletta. Il rischio è quello di cristallizzare un modello ormai vecchio, mentre le centrali esistenti flessibili a gas non sono utilizzate al massimo del loro potenziale.
Le Associazioni richiedono che il provvedimento sul mercato della capacità , che ha ricevuto venerdì scorso il via libera dalla Direzione Generale Concorrenza della Commissione europea, venga riformulato proprio rispettando le norme europee, in primis quella che ne ammette l’introduzione solo come ultima ratio.
A 20 giorni dalla pubblicazione, quindi il prossimo 4 luglio, entrerà in vigore il nuovo Regolamento europeo. Non ha senso che in questi pochi giorni il MiSE corra per approvare una radicale riforma del settore energetico, che va in totale contro tendenza rispetto al processo di decarbonizzazione in atto.
Le associazioni chiedono quindi che si attui un processo di trasparenza che sia aperto tutti i soggetti coinvolti per la formulazione di un procedimento che rischia di avere un impatto rilevante sulle bollette dei consumatori e di limitarlo a soluzioni tecnologiche efficienti.