Alessandra Toschi, Managing Director di BayWa r.e., mette a fuoco le opportunità del mercato delle rinnovabili in Italia, con enfasi sulle sfide per il futuro.
Alessandra Toschi, Managing Director di BayWa r.e., mette a fuoco le opportunità offerte dal mercato delle rinnovabili in Italia, con particolare enfasi sulle sfide per il futuro.
Secondo l’ultimo report Recai (Renewable Energy Country Attractiveness Index) di EY, che classifica i migliori 40 paesi del mondo in base agli investimenti e alle opportunità di sviluppo nel settore delle rinnovabili, l’Italia si posiziona al 17° posto.
Nell’analisi di EY emerge anche come più di un terzo della produzione di energia elettrica italiana derivi da fonti rinnovabili, con la produzione di energia solare in solida e rapida ascesa.
Ma se si guarda all’Europa, la posizione dell’Italia inizia a spiccare ancora di più, perché secondo il nostro osservatorio privilegiato, nei fatti, il nostro paese si posiziona subito dopo la penisola iberica (Spagna e Portogallo), considerata un vero e proprio pioniere del settore.
Non c’è dubbio che un tale posizionamento distintivo di Italia (e Spagna) possa essere spiegato attraverso diverse chiavi di lettura. Una è il fatto che si tratta di territori contraddistinti da un forte irraggiamento e da condizioni climatiche particolarmente favorevoli al funzionamento di impianti eolici e solari. Un’altra motivazione è legata agli obiettivi di decarbonizzazione del settore energetico, in quanto la produzione e l’uso dell’energia rappresentano una parte considerevole delle emissioni di gas a effetto serra in Europa, alla ristrutturazione degli edifici, e alla promozione di un’industria più verde e trasporti sempre più sostenibili.
In generale, quindi, sul mercato italiano si notano obiettivi di crescita ambiziosi che riguardano tutti gli operatori e prospettive di investimento di lungo e lunghissimo termine. Buon segno.
Sempre secondo l’analisi di EY, tra i fattori che contribuiscono all’attrattività del contesto italiano, si annovera parallelamente il raggiungimento della grid parity, ovvero il fatto che chi investe sulla realizzazione di un nuovo impianto riesca ad avere un ritorno interessante, anche in assenza di incentivi.
Senza dimenticare la solida crescita del mercato dei PPA (Power purchase agreement), ovvero contratti a lungo termine in base al quale un cliente finale – caratterizzato da consumi energetici significativi o che ha deciso di consumare unicamente energia prodotta da fonti rinnovabili, individuando, talvolta, quali siano gli impianti di produzione di tale energia – acquista energia elettrica direttamente da un produttore di energia rinnovabile a prezzi concordati. Si tratta di strumenti particolarmente efficaci, perché permettono al produttore di cedere energia all’acquirente tramite la stipula di una vera e propria intesa a garanzia di un corrispettivo definito nel tempo.
Inoltre, in Italia il mercato secondario delle energie rinnovabili si presenta con una particolare dinamicità, segno che la nostra Penisola ha una possibilità concreta di continuare a essere protagonista del settore e attrarre sempre più investimenti.
Un mercato quindi, quello italiano, ad altissimo potenziale, che sta vedendo sempre più ampliare la compagine dei protagonisti e dei soggetti attivi. Se in precedenza il ruolo di “attore principale” era riservato per la maggior parte alle utility, adesso emerge in modo chiaro e significativo anche il ruolo di altri stakeholder privati, come i grossisti, i trader, gli investment-fund e consumatori finali, dove l’investitore nel capitale di un impianto è anche l’utilizzatore finale dell’energia prodotta.
Certo, non mancano le criticità come l’elevata complessità burocratica, contraddistinta da un iter autorizzativo molto articolato in merito alla realizzazione dei nuovi impianti eolici e fotovoltaici, a causa del coinvolgimento di numerosi enti, ognuno dei quali procede con una propria valutazione e prescinde spesso dall’oggettività della situazione.