La gestione degli impianti secondo la 385/2025 richiede CCI e PF2 per garantire sicurezza, bilanciamento della rete e integrazione efficace delle rinnovabili.

Il governo propone misure per sbloccare gli impianti e calmierare i prezzi dell’energia, ma ritardi e iter complessi continuano a frenare gli investimenti.

Nel 2025 gli impianti fotovoltaici in Italia superano quota 2 milioni, con una potenza cumulata di 41.154 MW, nonostante un calo del 17% rispetto al 2024.

L’efficienza energetica secondo VIESSMANN: gli interventi di efficientamento riducono i costi e generano vantaggi indiretti fino a 2,5 volte superiori.

Nel 2024, gli investimenti nella rete di distribuzione in Italia hanno superato i 4,8 miliardi, sostenendo la transizione energetica verso un mix più verde.

Rinnovabili, lo studio AGICI evidenzia che il pieno raggiungimento del PNIEC genererebbe benefici per 162 miliardi di euro, creando 342.480 posti di lavoro.

La rete elettrica sta diventando decentralizzata e dinamica, con dati in tempo reale essenziali per gestire flussi energetici e fonti rinnovabili variabili.

Il mercato dei sistemi di accumulo cresce nel 2025: calano le installazioni residenziali ma l’utility scale traina potenza e capacità con record storici.

Il peso dell’energia sul sistema produttivo italiano mette a rischio competitività e crescita, ma le rinnovabili offrono soluzioni concrete e stabili.

Secondo il sondaggio Otovo, molte famiglie europee temono aumenti delle bollette invernali, ma chi possiede impianti fotovoltaici si sente più preparato.

Con oltre 2 milioni di impianti fotovoltaici, il fotovoltaico diventa colonna del sistema elettrico, spinto da residenziale, industria e utility scale.

L’85% delle medie imprese considera la decarbonizzazione un motore di sviluppo: investimenti, governance e strategie si orientano alla transizione verde.

L’efficientamento è fondamentale per le PMI italiane che vogliono restare competitive nonostante l’aumento dei prezzi e le tensioni internazionali.

Nel 2024 le bollette italiane sono salite oltre la media UE: tra gas, oneri e PUN elevato, il caro energia pesa su famiglie e imprese in modo crescente.

Il prezzo del rame è in crescita costante, spinto da crisi climatica, domanda energetica e difficoltà produttive in un contesto geopolitico instabile.

In un contesto di volatilità dei mercati, l’efficientamento diventa strategico per ridurre i costi e aumentare l’autonomia energetica delle imprese.

Nel 2025 il calo nel settore residenziale rallenta lo slancio degli impianti fotovoltaici, nonostante la crescita dei grandi impianti sopra i 10 MW.

Le imprese italiane faticano a conciliare costi e sostenibilità, rallentando il percorso verso il Net Zero e aumentando il rischio di disinvestimenti.

Una strategia per ridurre il costo dell’energia elettrica e aumentare sicurezza e competitività, sfruttando FER, stoccaggio e nuovi meccanismi di prezzo.

La diffusione delle energie rinnovabili, essenziale per la decarbonizzazione, comporta variabilità nella produzione, mettendo a rischio la stabilità della rete.