In questi giorni sta catalizzando l'attenzione del settore delle energie rinnovabili la proposta di Decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il Ministro Romani sta portando avanti. Molte associazioni come Legambiente, Greenpeace e Wwf, e gruppi di settore come Assosolare sono fortemente preoccupate per questo Decreto visto che potrebbe incidere drasticamente sul sistema di incentivi per il mercato delle rinnovabili.
In questi giorni sta catalizzando l'attenzione del settore delle energie rinnovabili la proposta di Decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il Ministro Romani sta portando avanti. Molte associazioni come Legambiente, Greenpeace e Wwf, e gruppi di settore come Assosolare sono fortemente preoccupate per questo Decreto visto che potrebbe incidere drasticamente sul sistema di incentivi per il mercato delle rinnovabili.
Fra le ragioni addotte per giustificare l'introduzione dei nuovi provvedimenti ci sono i costi delle rinnovabili relativi al 2009-2010 che hanno raggiunto i 20 miliardi e che hanno prodotto solo il 4,5% di energia, da cui la richiesta di interrompere il meccanismo di incentivi. A questo riguardo l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha affermato, in una Segnalazione a Parlamento e Governo sullo schema di Decreto legislativo. per recepire la Direttiva europea 2009/28/CE, che “per promuovere con efficacia le fonti rinnovabili e raggiungere gli obiettivi europei senza pesare eccessivamente sulle bollette, servono regole certe, misure anti-speculazione e meccanismi di mercato”. I dati forniti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas prevedono che il costo totale per l'incentivazione delle sole fonti rinnovabili, escluse le assimilate, supererà i 4 miliardi di euro nel 2011, dopo aver sfiorato i 3,4 miliardi nel 2010, di cui 800 milioni legati alle rinnovabili CIP6, 1600 ai certificati verdi, 800 al fotovoltaico e 180 alla tariffa fissa onnicomprensiva
Sull'altro versante, quello delle associazioni industriali e ambientaliste, c'è il timore che il taglio degli incentivi comporti un immediato crollo degli investimenti in energie rinnovabili, con le relative conseguenze non soltanto sulla crescita nella produzione di energia, ma anche sulla sopravvivenza di numerose aziende del settore e la perdita dei relativi posti di lavoro, diretti e indiretti. Un comunicato stampa congiunto, infatti, riporta :”Tetto alla crescita del solare, stop a qualsiasi incentivo dopo il 2014, taglio del 30% retroattivo agli incentivi all’eolico, nuovi incomprensibili sistemi per i nuovi impianti: questi e molti altri gli aspetti del provvedimento che porterebbero all’arresto delle rinnovabili in Italia”.
Legambiente ha inoltre dichiarato che “si batterà per cambiare il provvedimento e invierà al più presto le sue osservazioni a Bruxelles, per denunciare come un Decreto che doveva attuare gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili (decisi dall’Unione Europea con una precisa Direttiva) ne blocchi invece lo sviluppo”.
In sostanza un progressivo abbandono degli incentivi era già ampiamente previsto da tutti, visto che la strategia di favorire inizialmente lo sviluppo di un settore tramite l'incentivazione non poteva durare troppo a lungo, e si sarebbe dovuta ridurre progressivamente con la crescita del mercato. Il nuovo Decreto però sembra accelerare considerevolmente questo passaggio.
Di fatto la situazione in questo momento appare molto incerta, visto che continuano a giungere notizie su possibili modifiche alla bozza di Decreto, anche per il confronto che sembra si stia avendo sull'argomento fra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell'Ambiente .