Numerose associazioni denunciano il ritardo nell’entrata in vigore delle norme disciplinari per la regolamentazione relativa allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici a termine del ciclo utile. Industrie Fotovoltaiche Italiane, IFI, e il consorzio per il riciclo Cobat hanno redatto una nota destinata al Ministero dello Sviluppo Economico e al Gestore dei servizi energetici, sottolineando la gravità della situazione.
Numerose associazioni denunciano il ritardo nell’entrata in vigore delle norme disciplinari per la regolamentazione relativa allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici a termine del ciclo utile.
Industrie Fotovoltaiche Italiane, IFI, e il consorzio per il riciclo Cobat hanno redatto una nota destinata al Ministero dello Sviluppo Economico e al Gestore dei servizi energetici, sottolineando la gravità della situazione.
Il ritardo nell’entrata in vigore dei disciplinari che definiscono metodi e consorzi per il recupero dei pannelli sta generando confusione e numerose difficoltà di natura burocratica.
Lo stesso Alessandro Cremonesi, presidente di comitato IFI, dichiara: “È un ritardo inaccettabile, che vanifica lo sforzo compiuto da tutti i produttori e gli importatori di celle e moduli fotovoltaici, nonché dai consorzi di riciclo, nell’allineamento alle norme e ai termini previsti dal Decreto Ministeriale del 5 luglio 2012, con una moratoria fissata al 31 dicembre 2012. Per adeguare le nostre aziende alle disposizioni normative, in parte già in vigore in regime di IV Conto Energia dal 1 luglio 2012, abbiamo dovuto affrontare investimenti onerosi. Un paventato allungamento dei tempi di moratoria dal 31 dicembre ai primi mesi del 2013 andrebbe a favorire in modo illegittimo e ingiustificato quelle aziende e quei sistemi consortili in ritardo nell’assolvere ai requisiti richiesti”.
“Non possiamo accettare deroghe temporali e non possiamo tollerare una totale iniquità di trattamento, una chiara disparità che danneggerebbe chi ha agito nel rispetto delle norme e dei requisiti imposti a luglio. Chiediamo pertanto al Ministero dello Sviluppo Economico, di procedere all’adozione del testo definitivo del disciplinare, una misura da intraprendere nell’immediato per evitare di danneggiare ulteriormente aziende e settori già ampiamente compromessi”.