Maggio 1, 2015

Redazione

Italia Solare difende il fotovoltaico nazionale

Italia Solare, associazione che rappresenta produttori e operatori del fotovoltaico e semplici sostenitori di un modello energetico sempre più basato sulle manifesta il proprio dissenso rispetto alle affermazioni Presidente della Commissione Industria al Senato, Mucchetti.

Italia Solare, associazione che rappresenta produttori e operatori del fotovoltaico e semplici sostenitori di un modello energetico sempre più basato sulle manifesta il proprio dissenso rispetto alle affermazioni Presidente della Commissione Industria al Senato, Mucchetti.

Secondo il Presidente: “la produzione di energia elettrica che viene da fonti rinnovabili, circa 15 miliardi di euro, sono uno spreco enorme”.

Il solo fotovoltaico, grazie agli incentivi del Conto Energia, che a regime saranno 6,7 miliardi di Euro all’anno, già copre il 7,5% della domanda di energia elettrica nazionale e grazie a quegli stessi incentivi si è permessa una riduzione drastica dei costi degli impianti fotovoltaici, tanto da renderli ora convenienti senza sussidi – è il caso degli impianti industriali – e con la semplice detrazione fiscale – è il caso degli impianti residenziali.
Mucchetti dimentica il beneficio per l’ambiente, per la bilancia dei pagamenti nazionale – che si avvantaggia della maggiore indipendenza dalle importazioni di petrolio, gas e carbone dall’estero – per il prezzo dell’energia elettrica che in borsa è sceso in modo sostanziale proprio grazie al fotovoltaico – riduzione che la Commissione presieduta da Mucchetti dovrebbe preoccuparsi di trasferire agli italiani, invece che continuare a ripetere ossessivamente i soliti slogan contro le rinnovabili, supportando al contrario sempre e solo le fonti fossili.
Si continua inoltre a pensare che gli incentivi alle rinnovabili siano tutti profitti di chi ha semplicemente seguito un invito dello Stato Italiano, che giustamente ha puntato a sfruttare le risorse pulite presenti sul territorio nazionale.

Si dimentica che per un periodo compreso almeno tra 15 e 18 anni i ricavi da incentivi alle rinnovabili sono destinati:
– per il 20% circa per i servizi tecnici e amministrativi necessari al funzionamento degli impianti;
– per il 40% circa per pagare le rate degli investimenti effettuati per la produzione e la progettazione degli impianti;
– per il 30% circa per interessi alle banche, senza i quali non sarebbe stato possibile effettuare gli investimenti;
– per il 5% circa sono tasse (fondi che ritornano allo Stato, quindi agli italiani);
– per il 5% circa sono utili post tasse per i proprietari degli impianti.

In soldoni, dei soli 6,7 miliardi destinati al fotovoltaico:
– 6 miliardi di Euro vanno a fornitori di beni e servizi tecnici e amministrativi e banche;
– 0,35 miliardi di Euro tornano ai cittadini italiani sottoforma di tasse;
– 0,35 miliardi di Euro è l’utile per i proprietari degli impianti.

Il 25-30% degli incentivi alle rinnovabili sono quindi PIL e tasse, con un contributo indiscutibile anche all’economia reale. Questi numeri smentiscono pertanto l’affermazione di Mucchetti: [il sistema incentivante per le rinnovabili] “è un’iniziativa scollegata dall’economia reale e dal benessere dei cittadini”.

Perché tutto questo accanimento contro le rinnovabili e nessuna presa di posizione sugli sgravi fiscali a favore delle fonti fossili, di cui Mucchetti, chissà perché, non parla mai?
La discussione sui prezzi dell’energia elettrica richiede rigore scientifico e non slogan, pure scorretti nei contenuti.
E’ pur vero che non ci si può attendere molto da chi pensa che la soluzione a seri problemi ambientali causati dallo sfruttamento del petrolio in Basilicata sia spostare centinaia di famiglie – in parte pure facendo pagare i relativi costi alle stesse famiglie – anziché pensare a stoppare l’inquinamento e a bonificare – con costi a carico di chi inquina.

Si richiama il Presidente della Commissione Industria al Senato e lo stesso Governo Renzi, che ha inanellato una incredibile serie di provvedimenti anti rinnovabili e pro fossili, a un maggiore senso di responsabilità.

 

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