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“The Great Solar Boom”, lo studio del CNR che analizza il fotovoltaico

Ottobre 21, 2015
Daniele Preda

I ricercatori dell’Istituto di biometeorologia Ibimet-CNR e dell’Ismn-CNR del Centro Nazionale Ricerche pubblicano l’indagine “The Great Solar Boom” e individuano le potenzialità e i limiti del fotovoltaico.

I ricercatori dell’Istituto di biometeorologia Ibimet-CNR e dell’Ismn-CNR del Centro Nazionale Ricerche pubblicano l’indagine “The Great Solar Boom” e individuano le potenzialità e i limiti del fotovoltaico.

Lo studio vuole mettere in evidenza le prospettive per i prossimi anni bilanciando le grandi promesse di questa tecnologia con gli effettivi elementi strutturali e di mercato che possono frenarla.
Come indicato, negli ultimi anni il prezzo di vendita dei moduli fotovoltaici, una volta pensato per essere “fisicamente limitato” dal costo di silicio cristallino, è sceso al di sotto dei 50 centesimi di Dollaro per Watt.

Secondo gli esperti dell’Ismn-CNR di Palermo: “I vantaggi e i costi della tecnologia sono chiari: l’elettricità fotovoltaica è venduta a prezzi inferiori a quella da fonti convenzionali, anche senza incentivazioni e non soltanto nei Paesi più soleggiati, ma persino in Francia che è il Paese con la maggiore penetrazione del nucleare a livello globale. La disponibilità crescente di elettricità ottenuta dalla luce solare durante le ore di punta ha fatto crollare il prezzo del kWh nei Paesi più solarizzati come Germania (dai 51 Euro/MWh del 2006 a 33 Euro/MWh del 2014) e Italia (dai 75 euro/MWh del 2006 ai 52 Euro/MWh del 2014), in cui la componente dovuta alla generazione fotovoltaica ha pesato molto più della crisi della domanda. Ed è stata l’Italia, attraverso l’impianto installato nel 1984 nell’isola di Vulcano, a mostrare al mondo come la tecnologia fotovoltaica per generazione elettrica fosse affidabile e robusta, con un modesto 6% di perdita di produzione registrato in oltre 30 anni di funzionamento”.

Nel quadro globale, il nostro Paese detiene un primato strategico. In Italia sono installati impianti fotovoltaici pari al 10% della generazione fotovoltaica mondiale. Si tratta naturalmente di un boom drogato dalla presenza di forti incentivi, sino al 2013, che hanno permesso di raggiungere i 18,42 GW.
Come sancito dagli studiosi dell’Ibimet-CNR di Firenze, uesto sottolinea, inoltre che: “Lo studio spiega come l’energia solare sia un’alternativa ormai pronta per una grande transizione energetica che consenta di conciliare crescita dell’economia globale e risanamento ambientale, di risolvere il dilemma fra possibile carenza di petrolio, aumento dei costi di estrazione degli idrocarburi e crescita della popolazione, che in passato aveva portato i prezzi su livelli insopportabili per molte economie. Il fotovoltaico conviene perché, a seconda dei materiali utilizzati, restituisce da 10 a 50 volte l’energia impiegata nella sua costruzione. Mentre le diffuse perplessità rispetto all’occupazione di territorio paiono superate dalla valutazione che una superficie inferiore allo 0.6% del territorio europeo sarebbe sufficiente per garantire con i pannelli fotovoltaici la copertura completa del fabbisogno elettrico dell’Unione Europea”.

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