Tornano alla ribalta i dazi antidumping applicati sui prodotti cinesi importati in Europa, un argomento controverso che ha viziato il mercato per diversi mesi.
Tornano alla ribalta i dazi antidumping applicati sui prodotti cinesi importati in Europa, un argomento controverso che ha viziato il mercato per diversi mesi.
La Commissione europea ha recentemente proposto una proroga relativamente ai dazi, una possibilità che non è stata sottoscritta da ben 18 Paesi membri.
A seguito di questa iniziale lettura, la Commissione avrà modo di apportare le opportune modifiche per poi sottoporla al vaglio dei vari rappresentanti.
Secondo gli addetti ai lavori, il blocco da parte di un così considerevole numero di Paesi evidenzia un cambiamento di rotta e un ammonimento alla Direzione generale del Commercio dell’UE.
Inizia dunque un processo di ratifica e di intenso lavoro, volto a coniugare le differenti posizioni e a sviluppare un compromesso che renda possibile la rimozione dei dazi.
Di certo si tratterà di un’attività complessa dato che produttori di celle e moduli, e società che si occupano di sviluppare impianti e di vendere energia, hanno punti di vista discordanti sull’applicazione dei dazi.
I produttori UE temono infatti l’avanzata del “Made in China” e lo sviluppo di un mercato a due velocità che potrebbe fare leva su pratiche commerciali sleali.
Di contro, il rapporto preliminare oggetto della discussione mette in evidenza come le misure compensative europee avrebbero un effetto piuttosto limitato sulla domanda, influenzando minimamente i volumi di vendita nel Vecchio Continente.