Il revamping fotovoltaico è di fatto un’attività che genera occupazione e vanta un indotto importante, garantendo al contempo una maggiore efficienza degli impianti.
Il revamping fotovoltaico è di fatto un’attività che genera occupazione e vanta un indotto importante, garantendo al contempo una maggiore efficienza degli impianti.
Con il termine revamping, non solo nel settore fotovoltaico, si intende il rimodernamento di impianti industriali obsoleti o poco efficienti dal punto di vista energetico e produttivo. Il concetto di fondo è dunque quello organizzare e portare a termine interventi mirati che possano garantire una elevata producibilità degli impianti. Natura e quantità degli interventi viene valutata caso per caso, in modo da bilanciare oneri di ristrutturazione con gli effettivi benefici in termini di maggiore produzione di energia elettrica.
Data la presenza di strutture fotovoltaiche ormai datate, sia sul territorio nazionale, sia all’estero, si rendono sempre più necessarie opere di manutenzione approfondita, un vero e proprio revamping. L’obiettivo finale, in ambito utility è l’incremento dell’efficacia dell’impianto e il raggiungimento dei traguardi previsti per il rientro dei capitali; in ambito residenziale l’obiettivo è invece quello di continuare a produrre energia in modo efficiente e continuo, per servire le utenze connesse e incrementare l’autoconsumo (soprattutto se l’impianto include un comparto storage).
Il revamping fotovoltaico consente, dunque, di allungare la vita utile della struttura installata e di mantenere quasi inalterata la capacità di produrre energia, che è poi l’obiettivo finale di ogni impianto solare, di qualsiasi dimensione.
In particolare, l’ammodernamento e l’ottimizzazione previsti dalle procedure di revamping possono prevedere la sostituzione diretta di alcuni pezzi, magari fuori produzione, oppure la revisione o rigenerazione degli stessi, per fare in modo che il dato componente possa raggiungere le prestazioni previste dal produttore.
Più in generale, secondo quanto ci è stato riportato dai principali produttori attivi in questo settore, il revamping ha solitamente luogo quando si verifica almeno una delle seguenti tre condizioni.
La prima riguarda i guasti e il degrado legato ai componenti, eventualità inscindibilmente legate all’usura degli stessi. Si tratta della normale usura che, in alcuni ambienti come per esempio in prossimità del mare, provoca un decadimento delle prestazioni di pannelli o inverter, se non la rottura definitiva. Perdite di efficienza e rotture di elementi base della struttura provocano un brusco calo nella produzione di energia e devono pertanto essere soggetti all’intervento di tecnici specializzati.
Un’altra situazione piuttosto frequente riguarda l’adozione di componenti e materiale scadente in fase di progetto, magari per contenere i costi iniziali. La scelta di elementi di bassa qualità pregiudica la producibilità dell’impianto e, ancora di più, la sua durata nel tempo. Non solo un impianto incapace di produrre l’energia prevista lungo l’arco della sua vita utile allunga i tempi di recupero dell’investimento. Un dettaglio non ininfluente anche in ambito residenziale.
Un ulteriore motivo per affidarsi a pratiche di revamping riguarda la necessità di rendere a norma l’intera struttura. Col passare del tempo alcuni componenti potrebbero infatti non essere più adeguati rispetto alle normative vigenti (vedi inverter o cablaggi). In aggiunta, l’aggiornamento dell’impianto può essere considerato una valida soluzione anche in assenza di guasti o decadimenti dei componenti. Passare a inverter o pannelli più efficienti significa aumentare la resa e la durata del parco solare.