revamping fotovoltaico

Revamping fotovoltaico, efficienza e sostenibilità

Revamping fotovoltaico, soluzioni e vantaggi. Come e perché intervenire sugli impianti esistenti; soluzioni, servizi e opportunità di un settore in crescita.

Questo genere di attività comprende specifiche procedure per aggiornare e migliorare un impianto già attivo da molti anni. Nel tempo, usura e degrado riducono, anno dopo anno, la producibilità dell’impianto. Ciò riduce la quantità di energia effettivamente prodotta e va a danneggiare il proprietario dell’impianto. La quota giornaliera si riduce progressivamente, riducendo così la quota di autoconsumo, se parliamo di una struttura residenziale, oppure gli introiti economici derivanti da incentivi o accordi PPA se parliamo di utility o EPC.

Per questi, e altri motivi, si valutano periodicamente interventi di ottimizzazione e ammodernamento degli impianti fotovoltaici. L’obiettivo è quello di tornare alla piena operatività di ogni componente, prevenendo guasti e drastiche riduzioni della produzione. Le attività di revamping devono essere messe in atto a fronte di una attenta progettazione e di una scrupolosa analisi relativa alle effettive necessità del momento.

Un impianto fotovoltaico dovrebbe avere una durata di 25 anni circa, ma agenti atmosferici e materiali di scarsa qualità possono contrarre significativamente la vita utile della struttura.

Repowering e Revamping, il fotovoltaico sempre al suo meglio

Revamping fotovoltaico: la manutenzione del parco esistente

Dal 2009, in Italia sono stati installati impianti di ogni dimensione, dal tipico impianto residenziale a tetto da 3 kW, a parchi solari da svariati MegaWatt.
Proprio questa grande base installata (nel 2011 il nostro Paese era in cima alla classifica di potenza installata, con 9,4 GW) necessita oggi di attenzione per continuare a produrre energia in modo conforme alle aspettative.
Gli impianti installati in regime di primo Conto Energia (2005-2007) e del secondo (2007-2010) hanno ormai superato i limiti di garanzia dei prodotti utilizzati. Su questo genere di infrastrutture è essenziale intervenire in modo proattivo.

Lato utility ed EPC, poter mantenere impianti e servizi pienamente attivi ed efficienti significa poter continuare a beneficiare degli incentivi in essere.
In questo contesto, vendor e partner del settore devono attivarsi tempestivamente per avviare processi di rinnovamento degli inverter installati presso i clienti e prossimi alla scadenza di garanzia.
Si interviene con progetti su misura, caso per caso, anche laddove siano presenti apparecchiature di aziende oggi inesistenti e, quindi, difficilmente riparabili.
Società e installatori si fanno interpreti delle necessità della comunità fotovoltaica, anche in quei casi in cui sia necessario ripensare alcuni aspetti progettuali in riferimento a impianti realizzati in modo non conforme al 100% (cosa non infrequente durante la “grande corsa” ad accaparrarsi i munifici premi del Conto Energia).

Repowering e Revamping, il fotovoltaico sempre al suo meglio

Mercato e opportunità

Renewable Energy Report 2021 dell’Energy&Strategy Group
Un intervento di repowering applicato ad un impianto installato nel 2012 permetterebbe di raggiungere un aumento della produzione del sito anche superiore al 50-70%, a seconda delle condizioni dell’impianto preesistente e grazie alla possibilità di incrementare la potenza installata a parità di superficie.

Secondo le stime, nei prossimi anni, il fotovoltaico dovrebbe passare da 21,6 GW a 55 GW entro il 2030. In questo scenario, le attività di revamping potrebbero contribuire fortemente al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, in ragione di circa 20 GW entro 8 anni.
Revamping (e repowering) possono aiutare il Paese ad incrementare la quota di energia prodotta da rinnovabili, soprattutto per quegli impianti in regime di Conto Energia.
L’aggiornamento di impianti esistenti consente di migliorarne l’efficienza e la produzione e di rivalutare le strutture, tagliando costi e limitando l’occupazione del suolo.

PNRR

Quanto al PNRR, come è noto, sono poco meno di 6 i miliardi di euro dedicati alle energie rinnovabili (1,1 per lo sviluppo dell’agro-voltaico; 2,2 per le Comunità energetiche nei piccoli Comuni; 0,68 per la promozione di impianti innovativi; 1,92 per lo sviluppo del biometano) all’interno dei 25,36 miliardi destinati a “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, in cui rientrano anche l’idrogeno e la mobilità sostenibile. Si tratta però ancora una volta di singoli progetti specifici che non costituiscono un piano strutturato.

Gli interventi necessari riguardano anche il repowering e revamping (ricostruzioni, rifacimenti, riattivazioni e potenziamenti) dei numerosi impianti fotovoltaici che in Italia hanno 10 o più anni di vita, e per i quali è indispensabile incrementare (o almeno mantenere) la produzione.

Un altro comparto da sostenere è quello dell’agri-voltaico, che permette la coesistenza di attività agricole o di allevamento con il fotovoltaico: da agosto 2021 sono state presentate più di 50 domande al Ministero dell’Ambiente. Infine, vanno ricordate le Comunità energetiche, che quest’anno sono salite a 26 (tutte basate su impianti fotovoltaici di 40 kW di potenza media a progetto) e che grazie al recepimento della direttiva europea RED II possono finalmente ora espandere i loro confini anche ad attori industriali e commerciali.

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MANUTENZIONE E PRODUCIBILITA'

MERCATO