Dicembre 19, 2023

Nicola Martello

Capgemini: servono le persone per la transizione energetica

Capgemini ha pubblicato la 25esima edizione del World Energy Markets Observatory (WEMO), studio annuale realizzato in collaborazione con Vaasa ETT ed Enerdata. Il report fa il punto sullo stato attuale della transizione energetica, rivelando che, nonostante i progressi compiuti, le emissioni di gas serra continuano ad aumentare e le conseguenze del cambiamento climatico sono molto più rapide del previsto. Lo studio fornisce inoltre indicazioni su quali dovrebbero essere le priorità per garantire il successo della transizione energetica, tra cui un cambiamento di percezione da parte dell’opinione pubblica e normative durature e realistiche.

Le principali osservazioni contenute nel report includono:

La capacità di produzione da fonti rinnovabili a livello globale deve triplicare. Sebbene nel 2022 gli investimenti per la transizione energetica abbiano raggiunto la cifra record di 1.300 miliardi di dollari (superando in modo significativo la spesa per i combustibili fossili), è necessario che aumentino fino a 5.000 miliardi di dollari all’anno affinché si possa raggiungere un livello di emissioni nette pari a zero. Nel 2022, grazie all’aggiunta di 340 GW all’anno, la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili ha segnato un record e lo stesso è previsto anche per il 2023.

Per Capgemini questa crescita è di gran lunga inferiore a quella necessaria per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nel 2050, poiché la capacità produttiva delle rinnovabili a livello globale dovrebbe crescere di 2.400 GW nel periodo 2022-2027 (vale a dire una crescita media annua di 480 GW). Il settore del fotovoltaico ha battuto un record per quanto riguarda le aggiunte di capacità produttiva annuale nel 2022 e sembra destinato a un altro anno record nel 2023. La capacità produttiva dell’eolico è invece diminuita del 19% a livello globale e lo sviluppo dell’eolico offshore ha riscontrato delle difficoltà sia in Europa che negli Stati Uniti

Capgemini, consumi e decarbonizzazione

Il consumo di energia elettrica dovrà quadruplicare entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, e oltre il 75% di esso dovrà essere coperto da energia eolica e solare. La crescita della capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sta determinando un cambiamento nell’offerta di energia elettrica. Tuttavia, la crescita attuale è di gran lunga inferiore a quella necessaria e deve triplicare per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2050. A questa crescente elettrificazione è legata la necessità di espandere le reti elettriche, che devono passare da 75 a 200 milioni di chilometri e diventare più efficienti, utilizzando un maggior numero di sistemi di accumulo fissi e sensori e implementando una gestione intelligente di grandi masse di dati

Si assiste a un rinascimento del settore nucleare, innescato da cambiamenti climatici e questioni legate alla sovranità. Gli obiettivi di decarbonizzazione non potranno essere raggiunti senza il ricorso al nucleare, per cui è indispensabile concentrarsi sull’ampliamento della sua capacità, che dovrà triplicare entro il 2050 per raggiungere un livello di emissioni di carbonio pari a zero. Ciò significa raggiungere una capacità di 870 GW entro il 2050, a fronte degli attuali 390 GW: un obiettivo che renderà necessario non solo sviluppare reattori di grandi dimensioni e SMR (Small Modular Reactors), ma anche impegnarsi a mantenere in condizioni di sicurezza la funzionalità di quelli attuali

Capgemini  – Proteggere le forniture dalle ripercussioni dei disordini geopolitici e garantire la sovranità energetica

Lo stravolgimento continuo della situazione geopolitica accentua la necessità di una transizione verso fonti di energia rinnovabile presenti sul territorio e dell’introduzione di politiche di sostegno da parte dei governi. Un esempio di come questo stia già avvenendo è rappresentato dagli Stati Uniti, dove è stato firmato l’Inflation Reduction Act (IRA), un provvedimento che prevede quasi 370 miliardi di dollari di incentivi federali per portare la rete elettrica statunitense all’80% di energia elettrica pulita e ridurre l’inquinamento climatico del 40% entro il 2030, ma che già nel primo anno di applicazione ha ottenuto risultati decisamente superiori alle aspettative.

Accelerare il percorso verso le energie rinnovabili rende i paesi più indipendenti dal punto di vista energetico e contribuisce a mitigare uno dei principali rischi legato all’approvvigionamento. La transizione energetica si rivela non solo vantaggiosa per l’ambiente, ma aiuta anche i governi a salvaguardare le proprie forniture dalle minacce che i disordini geopolitici possono causare.

È necessario un cambiamento di mentalità da parte dell’opinione pubblica per indirizzare i governi verso le riforme

Secondo Capgemini, per favorire la transizione energetica sarà fondamentale cambiare la percezione delle persone, secondo cui le scelte di vita necessarie per raggiungere un livello di emissioni nette pari a zero siano impossibili da adottare, sia per motivi economici, sia perché si pensa che il contributo di una singola persona non sia sufficiente a fare la differenza.

Per esempio, la campagna “EcoMode” condotta nel Regno Unito ha dimostrato l’impatto delle iniziative promosse dai consumatori in materia di efficienza energetica: le famiglie britanniche sono infatti riuscite a ridurre i consumi energetici del 12%.

Sarà necessario adeguare gli asset energetici per contrastare gli impatti del riscaldamento globale e degli eventi meteorologici estremi

Il riscaldamento globale e gli eventi meteorologici estremi possono avere un impatto significativo sulla produzione di energia e sugli impianti per il suo trasporto. Le centrali termiche, compresi i reattori nucleari, necessitano di adeguamenti per far fronte a ondate di calore estreme, come quelle che si sono verificate in Europa nel 2023. Lo stesso vale per le reti elettriche, che devono essere rese più resistenti in caso di fenomeni come ondate di calore o precipitazioni nevose, che possono causare una riduzione della capacità di trasporto dell’energia elettrica, danni fisici agli impianti e l’impossibilità per i consumatori di usufruire di un bene di prima necessità come l’elettricità.

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