Maggio 8, 2024

Nicola Martello

Confindustria e Deloitte: energia, ambiente e clima al G7

Confindustria e Deloitte – Più investimenti, più collaborazione tra pubblico e privato e più convergenza tra politiche industriali dei Paesi B7 per realizzare una transizione verde capace di coniugare sostenibilità e competitività. Queste le priorità per il G7 individuate nel B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” svolto a Torino il 28 aprile e della riunione Ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese.

Katia Da Ros, Vice Presidente per Ambiente, Sostenibilità e Cultura, Confindustria
La conferenza di Torino rappresenta un’opportunità unica per discutere e delineare strategie efficaci per affrontare uno dei temi più rilevanti del nostro tempo: trasformare la transizione ecologica in una grande opportunità di innovazione e sviluppo competitivo. In questo contesto, il coinvolgimento della comunità imprenditoriale del G7 offre una piattaforma preziosa per collaborare con i Ministri alla luce delle complesse sfide poste dagli obiettivi di sostenibilità…

Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia
La transizione energetica in atto, guidata dall’innovazione tecnologica e dall’uso efficiente e sostenibile delle risorse, sta incidendo in modo profondo sulla produzione e sulla distribuzione dell’energia, ma anche sull’attività delle imprese, sui trasporti, sul commercio e, nei fatti, sui nostri stili di vita. La COP28 ha sottolineato l’esigenza di un’azione immediata per contrastare i cambiamenti climatici e, al contempo, la necessità di un’iniziativa globale e coordinata per sostenere il cambiamento…

Confindustria e Deloitte – Lo scenario internazionale dopo la Cop28 di Dubai

La COP 28 di Dubai di fine 2023 ha visto i Paesi G7 rafforzare l’impegno a intraprendere azioni per ridurre le emissioni di gas serra. L’implementazione del primo Global Stocktake (GST) ha consentito di monitorare i progressi verso gli obiettivi degli Accordi di Parigi. L’attenzione si è concentrata sull’accelerazione dello sviluppo di tecnologie a zero e a basse emissioni ed è stato fissato l’impegno di aumentare la capacità mondiale di energia rinnovabile, fino ad almeno 11.000 GW, e di migliorare il tasso annuo d’incremento dell’efficienza energetica dal 2% al 4% entro il 2030. Al contempo, 22 Paesi si sono impegnati a triplicare la capacità di produzione di energia nucleare entro il 2050 ed è stato riconosciuto il ruolo delle tecnologie a basse emissioni, insieme ai combustibili di transizione come il gas naturale.

Gli impegni della COP 28 sullo sviluppo delle rinnovabili sono in linea con gli scenari IEA-NZE (Net Zero Emissions). Tuttavia, i progressi finora registrati sono troppo lenti e tali da rendere prevedibile un incremento delle temperature globali ben al di sopra del limite di 1,5°C previsto dagli Accordi di Parigi. Dunque, nonostante i rapidi progressi nella diffusione di alcune tecnologie energetiche pulite, una forte accelerazione alla transizione energetica dovrà essere impressa a partire dal 2024.

Confindustria e Deloitte – Le sfide per la competitività B7: pesano il costo dell’energia e delle emissioni di gas serra

Tra gli svantaggi competitivi vi è l’elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità, con il prezzo Europeo delle quote di emissione di gas serra nel 2023 pari a 90,26 $/tCO2e, dieci volte superiore al prezzo cinese. I costi elevati dell’energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Altro aspetto da considerare è l’elevato valore degli stranded assets, dovuto all’obsolescenza anticipata delle infrastrutture energetiche delle fonti fossili, sostenuto in maniera più rilevante dai Paesi caratterizzati da una transizione energetica più veloce e valutato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in 4.000 miliardi di dollari.

È poi necessario prendere atto del fattore di rischio legato al sostanziale controllo cinese delle supply chain coinvolte nella transizione energetica, con quote che vanno da circa l’80% per il fotovoltaico al 65% per le batterie, con la prospettiva di passare dalla dipendenza storica del nostro sistema energetico dai combustibili fossili a quella per l’approvvigionamento delle tecnologie verdi. Affrontare queste sfide richiede un grande aumento degli investimenti pubblici e privati, regolamentati da politiche pubbliche convergenti tra i Paesi del G7.

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