Settembre 5, 2024

Nicola Martello

Elettricità Futura denuncia la moratoria della Sardegna

Elettricità Futura ha presentato una denuncia alla Commissione europea per sollecitare l’avvio di una procedura di infrazione in merito alla Legge Regionale della Regione Sardegna n. 5/2024 che istituisce una moratoria con il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di elettricità rinnovabile fino a 18 mesi.

Anche il Governo ha proceduto con l’impugnazione della moratoria sulle rinnovabili approvata dalla Regione Sardegna il 2 luglio 2024, un’azione che Elettricità Futura aveva richiesto, già lo scorso 10 luglio, dati gli evidenti profili di illegittimità costituzionale e di netto contrasto con l’ordinamento nazionale ed europeo.

Nella denuncia di Elettricità Futura alla Commissione europea viene illustrato come la moratoria sia in insanabile contrasto con l’intero quadro giuridico europeo in materia di produzione di energia rinnovabile.

In particolare, la moratoria è in netto contrasto con il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (articoli 4, 49, 56 e 194), con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (articolo 16) e con la Direttiva UE 2018/2001 (“Direttiva RED”, articoli 15, 16 ter e 16 septies) che prevede l’obbligo per gli Stati membri di attuare il principio della prevalenza dell’interesse alla realizzazione e all’esercizio di impianti rinnovabili rispetto a interessi concorrenti sino al raggiungimento della neutralità climatica. Si tratta di un principio di Diritto comunitario per il quale una norma di uno Stato membro adottata in violazione di esso – come è la moratoria della Sardegna – dovrebbe indurre le Amministrazioni, tra cui il MASE, e i Giudici a disapplicarla.

Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura
Se già nel complesso il nostro Paese non è certo vicino alla neutralità climatica, lo è ancora meno la Sardegna, che oggi soddisfa i suoi fabbisogni elettrici per oltre il 70% con fonti fossili, tra cui il carbone, uno dei combustibili più inquinanti e climalteranti a cui dovrà dire addio entro il 2028 proprio grazie agli impianti rinnovabili e ai sistemi di accumulo di cui oggi vieta lo sviluppo. L’impugnazione della moratoria sarda da parte del Governo è un segnale a tutte le Regioni, tenute a emanare le leggi attuative del DM Aree Idonee. Auspico che le Regioni vi leggano una chiamata alla responsabilità e lavorino per sviluppare i nuovi impianti rinnovabili necessari a raggiungere i target regionali fissati dal DM Aree Idonee.

Nel caso della Sardegna, l’obiettivo è installare oltre 6 GW aggiuntivi al 2030 (rispetto a quanto installato al 31 dicembre 2020): per raggiungerlo dovrebbe installare 1 GW all’anno, quando invece negli ultimi anni ne ha installato circa 0,2 GW all’anno. Cioè dovrebbe fare 5 volte di più all’anno, anziché bloccare tutto. Abbiamo ritenuto opportuno denunciare la moratoria alla Commissione europea, in primis, perché contrasta con l’ordinamento europeo, ma anche per mandare un messaggio chiaro e di portata più ampia: l’Italia è tenuta ad attuare le Direttive europee, RED II e RED III, emanando provvedimenti con esse coerenti.

Duole constatare che non solo la moratoria della Sardegna, ma anche gli ultimi provvedimenti del Governo, come il DL Agricoltura, il DM Aree Idonee e il D.lgs sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili (da alcuni chiamato Testo Unico delle rinnovabili), sono in contrasto con la normativa europea e rendono impossibile il raggiungimento del target rinnovabili 2030. “Il Pianeta è sull’orlo del baratro”, anche secondo l’allarme appena ribadito dall’ONU. È incredibile l’ostinazione del nostro Paese nel frenare la transizione energetica.

Molti elementi di incertezza

Il nuovo quadro normativo che si sta definendo in Italia moltiplica gli elementi di incertezza e le occasioni in cui le Regioni e le Soprintendenze hanno facoltà di bloccare gli impianti rinnovabili. È un grave passo indietro rispetto alla riforma del settore realizzata dal D.lgs. n. 199/2021 (il decreto attuativo della RED II) che aveva assicurato criteri chiari d’individuazione delle aree idonee e la semplificazione delle procedure autorizzative, che ci allontana anche dal raggiungimento degli obiettivi del PNRR, tra cui la semplificazione delle autorizzazioni e un quadro giuridico per favorire le rinnovabili (relativi alla riforma di cui alla M2C2-6).

Elettricità Futura farà valere, in ogni possibile sede, la necessità che l’Italia e le sue Regioni rispettino pienamente le norme europee, un dovere e una condizione indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

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