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A proposito del recente blackout in Spagna e Portogallo

Maggio 15, 2025
Nicola Martello

Il blackout avvenuto di recente ha riacceso il dibattito sulla tenuta delle reti elettriche europee in un contesto di crescente produzione da fonti rinnovabili. A fare chiarezza è Daniele Iudicone, esperto di energie rinnovabili e CEO di Imc Holding.

Secondo le prime analisi sul blackout, si è trattato di un’interruzione di corrente legata a squilibri tra produzione e consumo, aggravati da un’alta immissione di energia rinnovabile, non sempre coordinata. Non è un problema del fotovoltaico in sé, ma di mancanza di strumenti digitali e di regole aggiornate per gestire la nuova realtà energetica, fatta di migliaia di piccoli produttori.

Il rischio principale è quindi l’instabilità della rete: se migliaia di impianti producono energia ma non sono sincronizzati né monitorati in tempo reale, possono generare picchi o cali improvvisi. Tuttavia, con sistemi di accumulo, inverter intelligenti, e piattaforme di monitoraggio, questi rischi diventano opportunità per rendere la rete più resiliente.

L’Italia corre lo stesso rischio?

Il blackout in Spagna lancia un monito anche all’Italia, che negli ultimi anni ha visto crescere fortemente la produzione da fonti rinnovabili. Il nostro Paese ha avviato importanti investimenti nelle smart grid ma serve un’accelerazione nella digitalizzazione degli impianti domestici e industriali, specie quelli più datati o non integrati con sistemi di controllo.

Tra i temi caldi anche quello delle “centrali fantasma”, impianti attivi ma non registrati o non monitorati. Gli impianti non censiti o fuori controllo sono un rischio reale perché possono alimentare la rete senza che il gestore sappia dove, quando e quanto. Questo rende più difficile il bilanciamento e aumenta il rischio di blackout. È proprio per questo che serve un fotovoltaico responsabile, tracciato, integrato, e connesso.

Infine, l’attenzione si sposta sulle comunità energetiche, sempre più al centro della transizione. Le comunità energetiche sono il futuro, ma devono essere governate da piattaforme intelligenti in grado di bilanciare consumi e produzione tra i membri. Se lasciate senza guida, possono comportarsi come tanti piccoli generatori non coordinati. Ma se gestite bene, diventano micro-reti affidabili e stabili, capaci di alleggerire la rete principale e allontanare il rischio di blackout.

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