Secondo gli studi e le simulazioni condotte da ricercatori della University of California di Davis e in Ungheria, sarebbe possibile raddoppiare l’efficienza delle celle solari adottando un particolare forma esotica di silicio (silicio BC8).
Secondo gli studi e le simulazioni condotte da ricercatori della University of California di Davis e in Ungheria, sarebbe possibile raddoppiare l’efficienza delle celle solari adottando un particolare forma esotica di silicio (silicio BC8).
Le analisi condotte durante gli esperimenti sono già state rese pubbliche, tramite la pubblicazione del 25 gennaio sulla rivista specializzata Physical Review Letters.
Come spiega la Dott.ssa Giulia Galli, docente di chimica presso l’ateneo statunitense, quando un fotone colpisce un cristallo di silicio, genera un elettrone, con carica negativa, e una corrispondente lacuna positiva. A livello di nano particelle, come quelle adottate per lo strato superficiale delle celle solari, molte proprietà dei materiali risultano differenti, rispetto a una concentrazione superiore. Proprio per questo risulta più probabile la formazione di più coppie elettrone-lacuna e la generazione del cosiddetto “confinamento quantico”.
Le simulazioni che vengono condotte presso i laboratori hanno come obiettivo quello di dimostrare come l’adozione del silicio BC8, ottenuto ad alte pressioni, possa consentire notevoli incrementi in termini di efficienza. Secondo le prime stime sarebbe possibile determinare la produzione di due coppie elettrone-lacuna, per ogni fotone incidente. Questo garantirebbe un’efficienza massima del 42%, nettamente superiore a qualsiasi cella oggi in commercio.