Il presidente di Eu ProSun, Milan Nitzschke, ha dichiarato che da adesso fino al termine del 2015, l’UE imporrà dazi del 47,7%, in media, ai produttori cinesi che non hanno aderito all’accordo commerciale tra Europa e Cina:
Il presidente di Eu ProSun, Milan Nitzschke, ha dichiarato che da adesso fino al termine del 2015, l’UE imporrà dazi del 47,7%, in media, ai produttori cinesi che non hanno aderito all’accordo commerciale tra Europa e Cina:
“Finalmente l’UE si è decisa a mettere in pratica delle misure contro il dumping cinese. I nuovi dazi del 48% circa compensano, anche se solo in parte, gli investimenti che lo stato cinese impiega per respingere i produttori europei o non cinesi dal mercato del solare. Si tratta di una battaglia tra economia pianificata ed economia di mercato. Senza questi dazi le aziende che si muovono nell’ambito di un’economia di mercato sarebbero completamente alla mercé dell’economia di stato cinese. I dazi attuali rappresentano un primo raggio di sole per le imprese europee, che possono così sperare di rientrare sul mercato con i loro prodotti di elevata qualità”.
I prezzi minimi stabiliti per le importazioni, tuttavia, sono giudicati in maniera critica dalla stessa EU ProSun: “I prezzi minimi concordati con la Cina continuano a essere troppo bassi. Restano ancora inferiori ai costi reali della produzione di moduli solari in quel paese” ha affermato Nitzschke.
La Commissione Europea e le imprese cinesi, di comune accordo, hanno stabilito che i moduli solari venduti al prezzo di 56 centesimi di Euro per watt restino liberi dai dazi.
Le imprese europee operanti nel settore del solare hanno dunque deciso di presentare ricorso presso il Tribunale dell’Unione europea contro tale accordo.
“Ci aspettiamo che il Tribunale dell’Unione europea prima o poi dichiari nullo il regolamento relativo al prezzo minimo. A quel punto i dazi saranno validi per tutte le importazioni solari cinesi. Solo in tal caso il mercato solare europeo sarà libero: libero da sovvenzioni statali alle esportazioni e libero dal dumping” ha concluso Nitzschke.