Anche la Bulgaria sceglie di imporre una tassazione addizionale sull’energia derivata da fonti rinnovabili. La scelta del Governo di Sofia è ricalca quella effettuata da numerosi altri Stati membri della Comunità Europea e si spiega con la volontà di riequilibrare le bollette energetiche.
Anche la Bulgaria sceglie di imporre una tassazione addizionale sull’energia derivata da fonti rinnovabili. La scelta del Governo di Sofia è ricalca quella effettuata da numerosi altri Stati membri della Comunità Europea e si spiega con la volontà di riequilibrare le bollette energetiche.
Le tariffe feed-in, introdotte due anni fa, sono infatti servite per far prosperare il comparto, che ora dovrà sostenere una tassa del 20%. Non solo, tramite un nuovo Decreto sarà limitato il numero di ore incentivate entro le quali viene prodotta energia rinnovabile.
Dal canto suo, l’associazione fotovoltaica bulgara, Bulgarian Photovoltaic Association (BPA), commenta: “È una misura folle, la combinazione di questi provvedimenti potrebbe determinare una stangata del 43% sui redditi dei produttori solari”. Sembra perciò che le associazioni e gli enti del settore stiano per rilanciare nuove proposte per mitigare una simile decisione, considerata incostituzionale.