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Sardegna: il 100% di energia dalle rinnovabili è possibile

Aprile 17, 2025
Nicola Martello

Il sistema energetico della Sardegna può funzionare con il 100% di fonti rinnovabili al 2030, nel settore elettrico (senza centrali a combustibili fossili) e soddisfare l’atteso incremento della domanda di energia elettrica (8 TWh) derivante dalla elettrificazione dei consumi civili, dalla parziale elettrificazione dei trasporti e dei consumi industriali per calore a bassa e media temperatura, lasciando a una ridotta quantità di GNL l’alimentazione dei processi industriali a media-alta temperatura. È quanto emerge dallo studio Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna, realizzato dal Politecnico di Milano, Università di Cagliari e Università di Padova e commissionato dal Coordinamento FREE in collaborazione con il Consorzio Italiano Biogas e Italia Solare.

Per centrare questi traguardi al 2030 è necessario incrementare di 5,6 GW la capacità solare installata e di 3 GW quella eolica, ricorrere a sistemi di accumulo energetico e attuare appieno i piani di sviluppo del sistema di distribuzione e della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN).

Lo studio evidenzia come almeno 1,5 GWp di impianti fotovoltaici di piccola taglia serviranno comunità energetiche rinnovabili (CER) o altri sistemi di condivisione dell’energia e che già oggi il biogas prodotto in Sardegna può sostituire il 10% della domanda di gas per energia termica nell’industria e sostenere un’importante filiera locale. Con la realizzazione di questi obiettivi si ha un risparmio atteso per una famiglia media di circa il 20% grazie alla maggiore efficienza da elettrificazione (meno 20% sulla domanda di energia primaria) e alla riduzione del prezzo dell’energia elettrica (meno 39% sul prezzo zonale) a fronte di riduzioni di emissioni pari al 62%. Il 57% con la ripresa del polo dell’alluminio.

Maurizio Delfanti, del Politecnico di Milano
Lo scenario 100% FER (Fonti di Energia Rinnovabile), che abbiamo redatto a partire anche da studi precedenti e dalle pianificazioni oggi vigenti (come il PNIEC, e gli scenari TERNA-SNAM), richiede di installare 7 GWp di fotovoltaico (circa 2/3 da medi e grandi impianti e circa un terzo da impianti di scala ridotta), e 4 GWe di eolico (oltre la metà dei quali a terra).

secondo lo studio, è rilevante il ruolo degli accumuli (14 GWh) e delle infrastrutture di rete, come il Tyrrhenian Link, per sfruttare appieno la disponibilità delle fonti di energia rinnovabile. Nello scenario 100% FER, il fabbisogno di gas al 2030 sarebbe circoscritto alla generazione di calore industriale a media-alta temperatura, da soddisfare con GNL, mentre il settore termico civile vedrebbe un impiego predominante di pompe di calore, oltre alle biomasse e alle misure di efficienza energetica per ridurre i consumi.

La ricerca rileva con rigoroso approccio scientifico, secondo i ricercatori, i vantaggi ambientali ed economici conseguibili con il pieno raggiungimento degli obiettivi di transizione.

Arturo Lorenzoni, dell’Università degli studi di Padova
Con rinnovabili e accumuli, si prevede che il prezzo zonale dell’energia elettrica calerà del 39% in pochi anni, da una media di 108,3 euro per MWh nel 2024 a 66,4 €/MWh nel 2030. I maggiori costi iniziali di investimento per sviluppare le rinnovabili saranno più che compensati da costi di esercizio degli impianti nettamente inferiori rispetto alle fonti fossili.

Rinnovabili e accumulo: la scelta più conveniente

Puntare su rinnovabili e sistemi di accumulo, non solo a batteria, è la scelta, secondo i ricercatori, più conveniente per la Sardegna, pienamente realizzabile con il rafforzamento contestuale delle infrastrutture di rete per la distribuzione e la trasmissione dell’energia elettrica e la realizzazione dell’elettrodotto sottomarino Tyrrhenian Link, le cui caratteristiche tecniche ne consentono l’uso per finalità di regolazione e di sicurezza delle reti.

E il fatto che ci si trovi oggi di fronte a un bivio è chiaro visto che le scelte fatte ora influenzeranno per decine di anni il contesto energetico dell’isola.

Dallo studio emerge come, anche nello scenario 100% FER, gli impianti fotovoltaici al 2030 avrebbero un impatto minimo sulla superficie agricola totale, occupandone meno dello 0,4%, pari a circa 5.000 ettari e inoltre non possono essere sottostimati gli impatti economici positivi dello scenario 100% FER.

E lo studio non termina qui. In una seconda fase, con orizzonte 2050, saranno considerate ulteriori tecnologie sostenibili, come l’idrogeno prodotto da FER, in modo da delineare una traiettoria di piena decarbonizzazione del sistema energetico della Sardegna.

Lo studio completo sarà disponibile entro la fine del mese di maggio 2025.

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