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Decreto 190/2024: criticità e paradossi, per Italia Solare

Novembre 9, 2025
Nicola Martello

Italia Solare, associazione del terzo settore con circa 1.500 soci attivi nella filiera fotovoltaica, ha espresso forti perplessità sullo schema di decreto legislativo correttivo al decreto 190/2024, che disciplina i regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’audizione presso l’8ª Commissione Ambiente del Senato ha evidenziato come il correttivo, anziché semplificare, peggiori ulteriormente una situazione già critica.

Un paradosso normativo

Il decreto 190/2024 prevede tre procedure di complessità crescente: Attività Libera, Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) e Autorizzazione Unica (AU). Secondo Italia Solare, il correttivo non migliora questa impostazione ma genera un paradosso: le denominazioni delle procedure non riflettono la realtà effettiva degli adempimenti richiesti.

Il nodo del titolo edilizio

Una delle critiche più pesanti riguarda l’introduzione dell’obbligo di titolo edilizio. Il decreto 190/2024 lo richiedeva solo per opere connesse alla rete elettrica, ma il correttivo estende questo obbligo a qualunque intervento edilizio per Attività Libera e PAS, con acquisizione preventiva. Questo genera enormi problemi pratici: gli impianti fotovoltaici non sono opere edilizie, fino al decreto 190/2024 non era previsto alcun titolo edilizio senza che si verificassero devastazioni territoriali, e operatori e uffici comunali avranno serie difficoltà a capire quando e quale titolo edilizio sia necessario.

Italia Solare propone l’eliminazione totale dell’obbligo di titolo edilizio preventivo, o almeno un intervento più proporzionato che escluda gli impianti fotovoltaici, specialmente quelli su edifici.

Attività libera: solo apparentemente semplice

Sebbene il decreto 190/2024 preveda un’ampia casistica di impianti realizzabili come attività libera (tetti di case e capannoni), in presenza di qualunque vincolo è necessario passare alla più complessa PAS. Tra questi vincoli figura anche la prevenzione incendi, necessaria nella maggior parte degli edifici industriali, nonostante questa materia sia già disciplinata in modo organico e puntuale.

Il correttivo peggiora la situazione richiedendo l’acquisizione preventiva e separata di concessioni per superfici pubbliche. Non è chiaro se questo includa anche le opere di collegamento alla rete che attraversano strade pubbliche. Nella prassi, enti come l’ANAS rilasciano solo nulla osta provvisori durante l’iter autorizzativo, rimandando la concessione definitiva a progetto autorizzato ed esecutivo. Le previsioni del correttivo generano quindi complicazioni non necessarie.

PAS e AU indebolite

Anche per la Procedura Abilitativa Semplificata, il correttivo prevede l’acquisizione preventiva del titolo edilizio e della concessione di superfici pubbliche. Per l’Autorizzazione Unica, la concessione va acquisita preventivamente, mentre il titolo edilizio si ottiene nel procedimento. Italia Solare denuncia che questo indebolisce gli strumenti: sia PAS che AU prevedono la conferenza dei servizi per acquisire autorizzazioni, pareri e nulla osta, ma ora molti adempimenti vanno completati prima, complicando il quadro rispetto alla normativa precedente.

L’associazione chiede che sia mantenuta la natura unica del procedimento autorizzativo, con tutte le autorizzazioni acquisite all’interno delle procedure PAS e AU.

Mancata disciplina transitoria

Il correttivo non prevede un periodo transitorio per gestire il passaggio alle nuove procedure. Questa carenza, già presente nel decreto 190/2024 rispetto alla disciplina previgente, ha causato gravi problemi a operatori, regioni e comuni. Italia Solare chiede disposizioni che permettano a chi ha avviato un procedimento di concluderlo secondo le vecchie regole o di scegliere di passare alle nuove modalità.

Conformità europea a rischio

Italia Solare dubita che la Commissione Europea riterrà la riforma conforme al PNRR. L’obiettivo dichiarato era “consolidare e semplificare” le norme, ma si ravvedono solo complicazioni. Tra le priorità del PNRR c’era la fissazione di “norme limite” che le regioni non potessero superare in rigidità, ma questa priorità non trova adeguata collocazione nel provvedimento.

L’associazione segnala inoltre possibili non conformità con la direttiva europea 2018/2001 su procedure proporzionate e organizzazione autorizzativa unitaria.

Questioni specifiche irrisolte

Italia Solare evidenzia numerose lacune tecniche: manca una definizione compiuta di agrivoltaico, con asimmetrie tra diversi articoli del decreto; non c’è una definizione univoca di “potenza di impianto”; il termine di 5 giorni per caricare dati sulla piattaforma SUER dopo l’entrata in esercizio è troppo stringente; le norme sullo smaltimento acque meteoriche sono generiche; i termini per le espropriazioni (un anno) sono troppo ristretti; mancano chiarimenti sulle compensazioni ai comuni e su varie fattispecie di intervento.

Conclusioni

Italia Solare conclude che il correttivo, anziché risolvere i problemi del decreto 190/2024, li aggrava. Le complicazioni introdotte danneggeranno sia le famiglie e PMI che vogliono dotarsi di impianti per autoconsumo, sia la generalità dei consumatori, a causa delle maggiori difficoltà e costi per realizzare impianti di immissione in rete. L’associazione chiede interventi radicali di semplificazione, soprattutto per impianti su edifici e suoli compromessi, in linea con le preferenze espresse dalle regioni.

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