Con una nuova delibera, l’Autorità per l’energia regolamenta l’introduzione e il funzionamento dei sistemi di storage di energia per il comparto fotovoltaico.
Con una nuova delibera, l’Autorità per l’energia regolamenta l’introduzione e il funzionamento dei sistemi di storage di energia per il comparto fotovoltaico.
I cambiamenti riguardano principalmente quanto espresso dal Comitato Tecnico CT 316 e CT 120 del CEI.
È stato infatti costituito un gruppo di lavoro congiunto per la definizione degli schemi di connessione alla rete per quanto riguarda i sistemi di accumulo. Non solo, i protocolli prendono inoltre in considerazione tutti i sistemi di protezione e misura relativi e i servizi di rete previsti dalle norme CEI 0-16 e CEI 0-21. Sono stati vagliati anche i requisiti minimi che i differenti apparati per l’energy storage devono possedere per poter erogare i servizi di rete e i relativi test di funzionalità.
Nel dettaglio, l’Aeegsi ha pubblicato la delibera 642/2014/R/eel, che integra le considerazioni espresse e i requisiti tecnici indicati per i sistemi di accumulo dalla Variante 1, alla terza edizione della Norma CEI 0-16, nella versione consolidata e dalla Variante 1 alla seconda edizione della Norma CEI 0-21 nella versione consolidata. Tali disposizioni devono essere obbligatoriamente rispettati da tutti i sistemi di accumulo per i quali viene presentata richiesta di connessione dal 21 novembre 2014.
Sono inoltre obbligatorie specifiche prove e certificazioni da allegare al regolamento di esercizio per le unità connesse alla rete dal 1 settembre 2015.
Per assicurare una vantaggiosa integrazione con gli impianti fotovoltaici, l’Aeegsi integra il meccanismo di certificazione per tutti gli apparati inverter già installati. Dato che la a variante alla Norma CEI 0-16 e la Variante alla Norma CEI 0-21 hanno previsto che gli inverter consentano il ritardo nell’attivazione delle funzioni P(f) e Q(V), non solo nel caso di sistemi di accumulo ma anche per gli altri tipi di generatori, sarebbe opportuno effettuare la ricertificazione di tutti gli apparati esistenti. Considerando la procedura troppo onerosa e complicata, l’Autorità consentirà, per i prossimi due anni, l’installazione di modelli di inverter rispettosi delle Norme CEI 0-16 e CEI 0-21, anche se le certificazioni già rilasciate non contemplano il ritardo nell’attivazione delle funzioni P(f) e Q(V).