Agosto 15, 2021

Annoni Christian, Rota Michele

Energia e sostenibilità con il generatore a repulsione magnetica

Il generatore a repulsione magnetica, messo a punto da Annoni Christian e Rota Michele, rientra a pieno titolo nel settore energetico e della mobilità elettrica.

Il generatore a repulsione magnetica, messo a punto e sviluppato da Annoni Christian e Rota Michele, rientra a pieno titolo nel settore energetico e della mobilità elettrica. Lo scopo di questa invenzione è quello di permettere una minor dipendenza dal rifornimento di fonti di energia esterna, massimizzando l’autonomia delle auto elettriche e rendendo gli edifici energeticamente autonomi per un periodo considerevole.

Come funziona?

Il generatore a repulsione magnetica è capace di generare energia elettrica mediante il respingimento di due magneti (aventi lo stesso polo esposto verso direzioni opposte) e un terzo magnete e della gravità.
Grazie alla combinazione di queste forze e componenti, si riesce a generare una corrente indotta, utilizzando solamente energia ricavata da fonti interne. La frenata del sistema è causata da forze esterne imposte o dallo scaricamento dei magneti.
Il macchinario è composto da due magneti (a cui se ne possono aggiungere altri) montati su un asse verticale e composto di materiale non magnetico.
I magneti alle estremità sono fissi, mentre quello al centro è mobile e “rimbalza” tra gli altri.

I magneti devono avere una forma tale da impedire che il loro baricentro si sbilanci fino a generare una quantità di attrito troppo elevata, che frenerebbe il magnete stesso, così da garantire un fluido movimento lungo l’asse. La conformazione preferenziale può essere quella “a cilindro” con altezza uguale al diametro.

Al magnete centrale è collegato un contrappeso, anch’esso di materiale magnetico, che deve essere calibrato in tutte le sue caratteristiche per far sì che quando il contrappeso si trova più in basso rispetto al magnete situato sull’asse precedentemente descritto, quest’ultimo subisca l’effetto di repulsione magnetica, venendo quindi spinto verso il basso, alzando di conseguenza il contrappeso che poi per forza di gravità scenderà e riazionerà il ciclo.

Quando scenderà, il contrappeso andrà all’interno di un induttore elettrico, come ad esempio una spira di rame e, per via della legge di Faraday-Neumann, l’oscillazione del campo magnetico del contrappeso indurrà una corrente elettrica all’interno della spira, che potrà essere poi usata per i vari scopi.
Il magnete che deve causare il respingimento, dunque, deve essere sufficientemente forte da respingere un corpo di massa pari a quella del magnete sottostante, del contrappeso e delle eventuali forze che possano frenare il respingimento, sommate assieme.
Per fermare il sistema si può avvicinare un magnete che attragga il magnete inferiore. Entrambe le funzioni, quella di accensione e quella di spegnimento, possono essere eseguite anche manualmente.

La legge di Faraday-Neumann
La legge di Faraday sull’elettromagnetismo è una legge fisica che descrive il fenomeno dell’induzione elettromagnetica, che si verifica quando il flusso del campo magnetico attraverso la superficie delimitata da un circuito elettrico è variabile nel tempo. La legge impone che nel circuito si generi una forza elettromotrice indotta pari all’opposto della variazione temporale del flusso.

Le forze in gioco

Dunque, l’invenzione sfrutta due forze passive per generare corrente: la repulsione tra magneti e la forza di gravità.
Per garantire un fluido e duraturo funzionamento il macchinario può essere integrato con elettromagneti che regolano il movimento del dispositivo. Naturalmente se si ricorre a questi, si dovrà ricalibrare i valori delle singole componenti per far sì che il bilancio energetico risulti positivo.

L’invenzione rappresenta una novità in quanto permetterebbe una possibile e duratura “auto sostenibilità”, alimentando un qualsiasi altro macchinario che venga collegato ad esso. Si tratta di un sistema autosufficiente e ampiamente malleabile in termini di capacità produttiva.

È facilmente riproducibile a livello industriale dato che non necessita di particolari processi di costruzione che non vengano già normalmente utilizzati nella produzione di serie. È un generatore ad energia rinnovabile che non crea alcun tipo di scarti chimici e risulta particolarmente versatile in termini di possibilità di impiego.

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