Tornano alla ribalta i dazi antidumping applicati sui prodotti cinesi importati in Europa, un argomento controverso che ha viziato il mercato per diversi mesi.

I progetti fotovoltaici cinesi per l’immediato futuro sono particolarmente ambiziosi, secondo la National Energy Administration saranno raggiunti i 150 GW entro il 2020.

Il Department of Commerce degli Stati Uniti si è pronunciato in merito all’applicazione dei dazi antidumping e compensativi definitivi contro la Cina.

Gli stabilimenti Trina Solar lavorano a pieno ritmo per soddisfare la richiesta di mercato ma non sono in grado di coprire la totalità delle commesse previste.

La politica anti-dumping messa in atto dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti rischia di compromettere lo sviluppo di numerosi progetti fotovoltaici.

Nella costante guerra che vede contrapposte mercati di nazioni concorrenti sul mercato dell’energia solare e del fotovoltaico, questa volta è il turno degli USA, che hanno scelto di imporre ulteriori dazi sui prodotti cinesi.

Il 2013 è stato caratterizzato dalla battaglia continentale tra Unione Europea e Cina, per quanto riguarda il sovvenzionamento statale verso i produttori cinesi e la concorrenza sleale di questi ultimi, che ha portato numerose aziende del vecchio continente alla bancarotta.

Le forti incertezze legate al mercato UE e l’imposizione dei dazi antidumping sono alla base delle difficoltà che stanno rallentando la diffusione del fotovoltaico cinese. A dirlo è il segretario generale della Camera di Commercio cinese per l’Import-Export di attrezzature e prodotti elettronici, Sun Guangbin.

La lunga indagine anti-dumping dell’UE nei confronti dei produttori cinesi potrebbe risultare inefficace per via di una deroga recentemente presentata.

Il fotovoltaico cinese e l’area Asia-Pacifico sono sempre più protagonisti del mercato globale, con fatturato e potenza installata ai primi posti. Come evidenziato da IHS, Yingli Green Energy è attualmente il primo produttore di moduli al mondo e vanta un importante primato anche per quanto concerne la distribuzione e spedizione di prodotti assemblati.

SolarWorld lancia nuove accuse relativamente a possibili sovvenzioni scorrette ottenute dai produttori di silicio che importano materiale dall’Asia verso gli Stati Uniti. La volontà è quella di sollecitare indagini antidumping nei confronti delle aziende cinesi e taiwanesi che trattano questo materiale, fondamentale per la realizzazione dei pannelli.