Novembre 7, 2011

Francesco Ferrari

Aziende statunitensi denunciano concorrenza sleale da parte di quelle cinesi

SolarWorld Industries America ha annunciato che, insieme ad altre società americane, ha depositato lo scorso 19 ottobre , presso le autorità governative di Washington D.C. un’istanza con cui si chiede l'attivazione di misure per arginare l'ondata di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina.

SolarWorld Industries America ha annunciato che, insieme ad altre società americane, ha depositato lo scorso 19 ottobre , presso le autorità governative di Washington D.C. un’istanza con cui si chiede l'attivazione di misure per arginare l'ondata di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina.

Le aziende statunitensi promotrici dell'istanza, riunite nella Coalition for American Solar Manufacturing, hanno presentato a sostegno della propria denuncia un documento di diverse centinaia di pagine. L'istanza, suddivisa in quattro parti, è stata presentata al Dipartimento del Commercio e alla International Trade Commission degli Stati Uniti.

Questa è la prima azione ufficiale del gruppo di società e la denuncia contro pratiche di commercio sleali è il primo del suo genere nel settore delle energie rinnovabili.

In pratica la denuncia sostiene che sussista un protezionismo statale a favore delle aziende fotovoltaiche cinesi che permette da tempo la pratica del dumping per immettere sul mercato celle solari e moduli fotovoltaici a prezzi molto bassi in modo da incrementare sistematicamente le quote di mercato.

Sono stati denunciati inoltre, secondo il comunicato di SolarWorld, numerosi casi documentati di violazione degli standard, ambientali, sociali e di qualità che regolano, invece, i siti di produzione negli Stati Uniti e in Germania.

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di SolarWorld AG, E. h. Frank Asbeck, ha dichiarato: "Con le nostre fabbriche europee e americane riusciamo a reggere la competizione internazionale – ma qui ci troviamo di fronte a una concorrenza sleale, alla quale dobbiamo opporre resistenza."

Gordon Brinser, Presidente di SolarWorld Industries America ha invece dichiarato:”La Cina non ha reali vantaggi di costo, neanche in virtù dei salari bassi. L’incidenza della manodopera su prodotti ad alta tecnologia come i moduli fotovoltaici e le celle solari è ridotta; da noi, per esempio, si aggira intorno al 10% .“ I presunti vantaggi legati al basso costo della manodopera cinese sarebbero pertanto annullati dai costi indiretti di produzione e dai costi di trasporto. “

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