Aprile 23, 2012

Andrea Cortese

Francia, Germania, Italia: meccanismi di incentivazione diversi, ma una comune direzione

Come è avvenuto in Francia nel 2009, la volontà di contenere la spesa per gli incentivi è alla base di altri due cambiamenti legislativi che saranno con molta probabilità, adottati a breve nei due principali mercati mondiali delle installazioni fotovoltaiche: la Germania, che ha annunciato ulteriori tagli dopo il decreto del luglio 2011 e l’Italia con la presentazione della bozza del Quinto Conto Energia in conferenza Stato Regioni.

I 3 Gigawatt di nuove installazioni nel solo mese di dicembre 2011, hanno portato ad una rapida ridiscussione del sistema di sostegno alle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico; il 30 marzo 2012 il Parlamento tedesco ha dato il suo primo sì ad un ulteriore abbassamento delle tariffe, per alcuni una vera e propria sforbiciata all’intera filiera, peraltro fortemente provata anche dopo l’eclatante annuncio di entrata in amministrazione controllata dell’(ex) gigante QCells.

Oltre al taglio delle tariffe incentivanti, che a seconda della tipologia e dimensione dell’impianto potranno arrivare anche al 29%, nella nuova revisione legislativa dell’EEG (Erneuerbare-Energien-Gesetz, Decreto sulle Energie Rinnovabili), è stato introdotto il concetto che non tutta l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico viene remunerata: per le installazioni fino a 10 kWp, solo l’80% dell’energia prodotta riceverà la tariffa Feed-In: questo per incentivare l’autoconsumo e lo stoccaggio dell’energia in modo da renderla disponibile nel momento in cui si consuma.

Altra novità, già anticipata nella revisione del luglio 2011, è riconosciuta una tariffa per l’autoconsumo, in modo da incentivare sia l’utilizzo dell’energia prodotta e un dimensionamento dell’impianto fotovoltaico in base ai reali consumi, sia la non immissione in rete di “troppa” energia elettrica, che potrebbe causare il sovraccarico della rete. Come per la Francia, le tariffe decrescono maggiormente all’aumentare del divario tra la potenza realmente installata e l’obiettivo governativo quantificato in 2,5-3.5 GWp annui.

Paradossalmente, sono proprio i rumors di eventuali tagli futuri che alimentano la corsa alle nuove installazioni fotovoltaiche: contrariamente al calo stagionale durante i mesi invernali, ci si aspetta un nuovo record di nuove installazioni nei mesi di gennaio e febbraio 2012, che per molti potrebbe superare il record di 3 GWp installati nel solo mese di dicembre 2011. Un iter autorizzativo quasi inesistente per le installazioni su tetto, un tempo di allaccio di circa un mese e l’obbligo di dispacciamento, oltre ai ben noti fattori macroeconomici di stabilità e accesso al credito, sono stati i fattori chiave del successo tedesco. E se a questi aggiungiamo i periodici rumors di decremento delle tariffe incentivanti, ci risulta comprensibile come complessivamente nel 2011 siano stati installati 7,5 GWp di nuovi impianti fotovoltaici e il totale della potenza installata abbia raggiunto 24,7 GWp su un totale mondiale di 64 GWp: questo vuol dire che più di metà di tutte le installazioni fotovoltaiche installate nel mondo si trovano in Germania o in Italia, grazie ai 9 GWp installati nel 2011, portando la potenza cumulata italiana a 13 GWp.

Due Paesi che, se approvata la bozza del Quinto Conto Energia sottoposta dal Ministero per lo Sviluppo Economico in Conferenza Stato-Regioni, si troveranno una cornice legislativa alquanto differente: in Italia avremo una degressione delle tariffe predefinita, un premio per le installazioni integrate e le soluzioni innovative, una sostanziale indifferenza tra tariffe per impianti sugli edifici e tutti gli altri impianti, un registro di accesso per tutti gli impianti superiori a 12 kWp, mentre in Germania si abbasseranno le tariffe in base alla potenza installata nel periodo di riferimento precedente, l’iter di connessione continuerà ad essere semplice e le tariffe premieranno gli impianti sugli edifici.

Uno dei fattori che ci accomuna è la tariffa riconosciuta per la parte di energia elettrica autoconsumata, che sarà con molta probabilità uno dei filoni di sviluppo delle energie rinnovabili: rendere disponibile l’energia che si è prodotta nel momento in cui la si vuole consumare, anche attraverso sistemi di stoccaggio che immagazzinano l’energia elettrica prodotta durante il giorno per differirne il consumo alla sera.

 

 

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