Aprile 23, 2012

Andrea Cortese

Francia, Germania, Italia: meccanismi di incentivazione diversi, ma una comune direzione

Chi prima, chi dopo, i tre principali Paesi europei per numero e potenza di installazioni fotovoltaiche, hanno annunciato un calo delle tariffe riconosciute dai rispettivi programmi di incentivazione agli impianti solari fotovoltaici. Cinque anni fa il fotovoltaico in Francia era poco più che un esercizio per pionieri ecologici: se avessimo scattato una foto del parco fotovoltaico francese la notte di capodanno del 2007, avremmo trovato 11 MWp installati all’interno dell’Esagono mentre per trovare gli altri 14, avremmo dovuto attraversare almeno il Mediterraneo per atterrare in Corsica, anche se la maggior parte delle installazioni le avremmo trovate concentrate molto più lontane, in una piccola isola dell’Oceano Indiano, la Réunion. Ma questa è storia.

Chi prima, chi dopo, i tre principali Paesi europei per numero e potenza di installazioni fotovoltaiche, hanno annunciato un calo delle tariffe riconosciute dai rispettivi programmi di incentivazione agli impianti solari fotovoltaici.

Cinque anni fa il fotovoltaico in Francia era poco più che un esercizio per pionieri ecologici: se avessimo scattato una foto del parco fotovoltaico francese la notte di capodanno del 2007, avremmo trovato 11 MWp installati all’interno dell’Esagono mentre per trovare gli altri 14, avremmo dovuto attraversare almeno il Mediterraneo per atterrare in Corsica, anche se la maggior parte delle installazioni le avremmo trovate concentrate molto più lontane, in una piccola isola dell’Oceano Indiano, la Réunion. Ma questa è storia.

Il parco fotovoltaico francese ha raggiunto 2643 MWp di installazioni fotovoltaiche esattamente 4 anni dopo, al 31 dicembre 2011: di questi 2,6 GWp, 322 MWp si trovano al di fuori della Francia continentale, la maggior parte nella Réunion (129 MWp), in Corsica (59 MWp), in Guadeloupe (54 MWp), Martinique (58 MWp) e la Guyane (34 MWp); la metà dell’obiettivo al 2020 di 5,4 GWp installati sul territorio francese è stato quindi raggiunto, nonostante una certa complessità burocratica.

L'iter autorizzativo si compone in varie fasi: ottenere un permesso a costruire dal comune, allegarlo alla domanda di allaccio da inviare a ERDF (Electricité Réseau Distribution France) che, se approvato, lo fa entrare in una lista d’attesa di allaccio. Entro 3 mesi – riducibili a 1 se nella fase di domanda di allaccio si ha allegato uno studio dettagliato dell’impianto – ERDF invia una PTF (Proposition Technique et Financière, valida 3 mesi) nella quale sono indicate le condizioni tecniche ed economiche e le tempistiche per l’allaccio.

Accettata la PTF e versato l’acconto richiesto, ERDF propone una convenzione di allaccio alla rete, che una volta accettata, entro 3 mesi, diventa una convenzione di messa in servizio dove vengono indicate tutte le regole da rispettare e le opere da realizzare per l’allaccio. Una volta che ERDF ha effettuato i lavori per la connessione si può procedere con la richiesta di messa in servizio dell’installazione, in cui si allega una certificazione di conformità al progetto preliminare dell’impianto fotovoltaico.

Già da settembre 2008 il divario tra i Megawatt effettivamente installati e connessi e i Megawatt in lista d’attesa era quantomeno anomalo: per un totale cumulato di 54 MWp se ne avevano altrettanti in lista d’attesa, numero che è esponenzialmente salito a dicembre 2008, quando per per una potenza cumulata di 69 MWp, c’erano quasi 500 MWp in attesa. Anomalia che ha spaventato il Governo francese, da sempre attento a sottolineare il basso prezzo dell’energia elettrica in Francia grazie alla scelta nucleare, soprattutto quando la lista d’attesa a dicembre 2009 è salita a 2500 MWp contro un installato cumulato di appena 269 MWp.

Allertato da un possibile aumento delle tariffe elettriche, il Ministero delle Finanze francese, ad Agosto 2010, ha presentato un rapporto – cosiddetto Charpin, dal funzionario incaricato alla stesura – in cui si chiedeva un immediato intervento legislativo per abbassare le tariffe incentivanti in base al totale installato nel trimestre precedente, limitare la potenza delle installazioni a 300-500 MWp all’anno e regolare il mercato delle installazioni a terra attraverso il meccanismo delle gare al ribasso.

Tutte queste indicazioni sono state poi recepite in una legge del marzo 2010, alla fine di una moratoria di 3 mesi che ha bloccato completamente il mercato del fotovoltaico francese da dicembre 2010 a marzo 2011, ad eccezione fatta per le piccole installazioni domestiche che hanno continuato ad beneficiare di una tariffa generosa di 58 €/c per KWh immesso in rete.

L’assioma di fondo era che tutte le installazioni in lista d’attesa avrebbero prima o poi visto la luce: ci si renderà conto, solo più tardi, che in realtà un impianto entrato in lista d’attesa, non essendo un impianto già completato, dovrà rispondere a tutte quelle criticità, soprattutto di natura finanziaria, che il fotovoltaico ha visto nell’ultimo biennio, non solo in Francia; legato a questo è nato un mercato delle PTF, che è arrivato anche a 500.000 € per MWp autorizzato. La moratoria di dicembre ha avuto l’effetto di pulire la lista d’attesa dalle richieste di connessioni poco serie perché fatte sulla scia di una speculazione o perché poco solide dal punto di vista finanziario: il risultato è stato che più di un Gigawatt di installazioni in attesa di ottenere il nulla osta per la connessione sono uscite dalla lista d’attesa. Il successivo decreto, attualmente in vigore, ha stabilito il decremento tariffario per tutte le installazioni in base alla potenza installata nel trimestre precedente, un meccanismo semplificato di asta al ribasso per gli impianti su tetto tra 100 e 250 kWp e una gara al ribasso per tutti gli impianti superiori ai 250 kWp.

Risultato di questa evoluzione legislativa è che il 90% delle installazioni in Francia hanno una potenza di meno di 3 kWp e pesano per il 23% del totale installato, mentre il 42% e il restante 34% sono rappresentati rispettivamente dalle installazioni di potenza compresa tra 3 e 250 kWp e maggiori di 250 kWp; al 31 dicembre 2011 solo 170 MWp sono installati in centrali di potenza superiore a 1 MWp.

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