Dopo che il deputato Alessandro Zan (Sel) ha presentato un’interrogazione, in commissione Finanze della Camera, il capogruppo della Lega Nord Filippo Busin ha richiesto chiarimenti circa l’aumento delle rendite catastali dovute alla presenza di impianti fotovoltaici di potenza maggiore di 3 kWp, introdotto dalla circolare 36/E del 2013 dell’Agenzia delle Entrate.
Dopo che il deputato Alessandro Zan (Sel) ha presentato un’interrogazione, in commissione Finanze della Camera, il capogruppo della Lega Nord Filippo Busin ha richiesto chiarimenti circa l’aumento delle rendite catastali dovute alla presenza di impianti fotovoltaici di potenza maggiore di 3 kWp, introdotto dalla circolare 36/E del 2013 dell’Agenzia delle Entrate.
Secondo tale circolare gli impianti fotovoltaici devono essere inclusi nella rendita catastale degli immobili ospitanti in quanto ne determinano la sostanziale appartenenza alla categoria degli “opifici” come centrale elettrica. L’inclusione dell’impianto nella rendita catastale non è dovuta solamente nel caso di “impianti di produzione di energia di modesta entità, in termini dimensionali e di potenza” e specificatamente quando:
- la potenza nominale dell’impianto fotovoltaico non è superiore a 3 chilowatt per ogni unità immobiliare servita dall’impianto stesso;
- la potenza nominale complessiva, espressa in chilowatt, non è superiore a tre volte il numero delle unità immobiliari le cui parti comuni sono servite dall’impianto, indipendentemente dalla circostanza che sia installato al suolo oppure sia architettonicamente o parzialmente integrato ad immobili già censiti al catasto edilizio urbano;
- per le installazioni ubicate al suolo, il volume individuato dall’intera area destinata all’intervento (comprensiva, quindi, degli spazi liberi che dividono i pannelli fotovoltaici) e dall’altezza relativa all’asse orizzontale mediano dei pannelli stessi, è inferiore a 150 metri cubi;
Le critiche alla nuova normativa si rivolgono in special modo al valore soglia di 3 kWp, che va a colpire non solo le imprese, ma anche i privati che hanno deciso di investire nel fotovoltaico.
In una nota Busin ha dichiarato: “Purtroppo registriamo una forte retromarcia del governo nei confronti dei privati e delle aziende che hanno investito nel fotovoltaico. Avevamo chiesto al governo di rivedere i limiti di 3 kWp al di sopra dei quali scattano obblighi di revisione catastale, con conseguente aggravio delle imposte sugli immobili quali Tasi e Imu. Anche le aziende hanno visto confermate le nuove regole per gli ammortamenti degli impianti, che dovranno essere pari a quelli degli immobili se il loro valore è superiore al 15% del fabbricato. Per tutta risposta il governo non ha fatto altro che confermare, senza alcuna possibilità di ripensamento, le politiche aggressive che sta mettendo in atto nei confronti di un settore che invece andrebbe sostenuto e incentivato, sia per le positive ricadute ambientali sia per una maggiore indipendenza del Paese dall’importazione di gas e idrocarburi. Invece il governo continua a tralasciare qualsiasi considerazione politica al solo scopo di fare cassa aggredendo tutto quello che può per racimolare nuove risorse“.