Luglio 10, 2014

Francesco Ferrari

Bisogna migliorare i programmi di spesa dell’UE

?Una relazione pubblicata l’8 luglio dalla Corte dei conti europea sottolinea che occorre introdurre dei miglioramenti se si vuole che i fondi UE contribuiscano il più possibile al conseguimento degli obiettivi fissati per il 2020 sulle energie rinnovabili.

?Una relazione pubblicata l’8 luglio dalla Corte dei conti europea sottolinea che occorre introdurre dei miglioramenti se si vuole che i fondi UE contribuiscano il più possibile al conseguimento degli obiettivi fissati per il 2020 sulle energie rinnovabili.

Gli auditor della Corte infatti hanno verificato se i fondi, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013 (quando sono stati stanziati dai fondi UE della politica di coesione circa 4,7 miliardi di euro per l’energia da fonti rinnovabili), siano stati correntemente assegnati e in quale misura questi fondi abbiano contribuito effettivamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’UE per il 2020.

Ladislav Balko, il membro della Corte responsabile di questa relazione ha dichiarato:“Gli Stati membri dell’UE si sono prefissi obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili che potranno essere sostenuti in maniera significativa dai fondi UE solo apportando miglioramenti alla gestione dei programmi di spesa. La Commissione, deve anche accertarsi che i programmi che vengono finanziati negli Stati membri siano efficienti”.

La Corte comunque, da un lato, ha rilevato che i progetti controllati hanno effettivamente prodotto le realizzazioni previste, ma anche che la maggior parte di essi, quando sono stati scelti, erano sufficientemente maturi e pronti per essere attuati. A questo va aggiunto che non ci sono stati significativi sforamenti dei costi o ritardi nei progetti, e che le strutture di produzione di energia da fonti rinnovabili sono state installate come previsto.

Per contro, i risultati previsti per la produzione di energia non sono stati sempre raggiunti o non sono stati adeguatamente misurati. Di fatto la Corte ha rilevato che l’efficienza complessiva del sostegno dei fondi della politica di coesione ai progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata modesta per quanto riguarda il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi specifici fissati dall’UE per il 2020. Questo perché -è stato sottolineato dalla Corte- l’efficienza non è stata il principio guida nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti e il valore aggiunto UE apportato dai fondi della politica di coesione è stato modesto.

 

 

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