Nella costante guerra che vede contrapposte mercati di nazioni concorrenti sul mercato dell’energia solare e del fotovoltaico, questa volta è il turno degli USA, che hanno scelto di imporre ulteriori dazi sui prodotti cinesi.
Nella costante guerra che vede contrapposte mercati di nazioni concorrenti sul mercato dell’energia solare e del fotovoltaico, questa volta è il turno degli USA, che hanno scelto di imporre ulteriori dazi sui prodotti cinesi.
Cina e Stati Uniti sono da mesi coinvolti in una costante ricerca di compromessi per l’importazione di pannelli e per il rispetto delle tasse imposte nel 2013 e 2014. Per evitare i dazi doganali, numerosi prodotti cinesi e taiwanesi vengono importati adottando celle prodotte fuori dai confini nazionali.
Questo tentativo di non pagare i dazi imposti non è passato inosservato e ora, il Department of Commerce (DoC) americano ha annunciato l’applicazione di nuove tasse antidumping fino al 165%. Si applicheranno in via preliminare sui pannelli fabbricati in Cina e a Taiwan.
Nonostante l’inchiesta sia attualmente in corso e si dovrebbe concludere nel 2015, sono già stati fissati i dazi provvisori, che possono arrivare al 58,87% per i prodotti cinesi e al 44,18% per quelli taiwanesi.
“Noi e i nostri lavoratori siamo gratificati di sentire come il governo degli Stati Uniti, ancora una volta si sia attivato per bloccare l’interferenza dei governi stranieri sulla nostra economia spianando la strada all’industria nazionale perché sia in grado di competere su un piano paritario”, ha commentato soddisfatto Mukesh Dulani, presidente della SolarWorld Industries America.