La normativa vigente obbliga le aziende che producono pannelli ad aderire a un consorzio per lo smaltimento, per garantire il corretto riciclo dei prodotti. Tra questi l’attività no-profit Pv Cycle, nata nel 2007 per sostenere uno sviluppo del fotovoltaico sostenibile. L’obiettivo è quello di assicurare un corretto processo di smaltimento dei moduli tramite un percorso dai costi contenuti e facilmente attuabile. A livello italiano, la società sta svolgendo un’operazione di informazione delle aziende, spiegando il processo di recupero e articolando il sistema di raccolta.
Sempre nel nostro Paese si è sviluppato il progetto SunMeet, frutto degli accordi siglati tra Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) e Comitato Ifi, che aggrega tra loro oltre l’80% delle industrie fotovoltaiche. La filiera che si è instaurata tra le differenti realtà del fotovoltaico permette la raccolta, il riciclo e lo smaltimento dei pannelli, una volta giunti al termine del proprio ciclo di vita.
I produttori, i distributori e gli importatori che aderiscono all’iniziativa potranno offrire così un servizio aggiuntivo ai propri clienti, assicurando ritiro e riciclo dei prodotti esausti.
In questo contesto, il Cobat agisce quale principale consorzio italiano per la raccolta e il riciclo e rappresenta più del 50% dei produttori e degli importatori italiani. In particolare, il consorzio ha abilitato da tempo l’intera filiera di raccolta dei moduli e opera sul territorio grazie a circa 90 aziende regionali. L’azienda garantisce tempi rapidi per il ritiro e lo smaltimento, oltre a una tecnologia per il monitoraggio di ultima generazione. Cobat ha infine concordato un piano di sviluppo tecnologico e industriale con SEA (Servizi Ecologici Ambientali), dando origine al marchio Futuraee, e a un “modello di gestione dei rifiuti nel quale la tutela dell’ambiente ha saputo armonizzarsi con un’attività d’impresa, in grado di produrre un valore per tutti coloro che intendano parteciparvi”.
Per assicurare la tracciabilità dei prodotti, nel corso del tempo è stata istituita una banca dati centralizzata, che permette il riconoscimento dei differenti impianti presenti sul territorio ed è consultabile dal GSE. Nello specifico, le celle fotovoltaiche verranno inviate all’estero per essere disassemblate, mentre componenti come vetro e metallo verranno gestiti internamente.
In Italia la gestione dei pannelli fotovoltaici avviene secondo il D.lgs 151/2005. Questa normativa equipara i pannelli ai comuni “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” gestiti tramite il RAEE. In pratica i singoli dispositivi da smaltire possono essere portati presso i centri di raccolta, dove avviene il processo di separazione dei componenti e smaltimento. In questo modo è possibile ottenere un recupero della maggior parte delle sostanze di partenza. Infatti, le materie prime contenute nei pannelli possono essere reimmesse nei rispettivi cicli produttivi, salvaguardando l’ambiente e riducendo le richieste energetiche dei diversi processi.
I servizi oggi attivi sul territorio includono la gestione dei rifiuti, il ritiro e lo smaltimento corretto dei pannelli FV. l consorzi collaborano con il CSR (Centro Servizi RAEE) e dispongono un intero circuito integrato per la raccolta e il recupero dei pannelli solari rotti o non più funzionanti. Grazie alla capillare filiera italiana è possibile raccogliere i prodotti su tutto il territorio nazionale e riciclarli nel rispetto della legge e dell’ambiente. Tra le peculiarità di alcuni servizi attualmente in vigore, il ritiro dei pannelli a domicilio su tutto il territorio nazionale, il trasporto verso i centri di smaltimento, il recupero delle materie prime seconde contenute nei moduli fotovoltaici e lo smaltimento delle sostanze non riciclabili. Non solo, gli enti preposti si occupano di gestire le pratiche burocratiche necessarie, nel pieno rispetto delle normative.
Con un decreto del 5 maggio 2011, il Ministero allo Sviluppo economico e il Ministero all’Ambiente hanno previsto l’obbligo di adesione a un sistema o consorzio per il recupero dei moduli FV. Questa normativa entrata in vigore il 30 giugno 2012 ha reso possibile un rapporto diretto tra la produzione e lo smaltimento, con un processo di responsabilizzazione dei produttori e degli importatori. Il comma 6 dell’articolo 12 del decreto 5 maggio 2011 evidenzia:
Per gli impianti che entrano in esercizio successivamente al 30 giugno 2012, il soggetto responsabile è tenuto a trasmettere al GSE, in aggiunta alla documentazione prevista per gli impianti che entrano in esercizio prima della medesima data, la seguente ulteriore documentazione:
a) certificato rilasciato dal produttore dei moduli fotovoltaici, attestante l’adesione dello stesso a un sistema o consorzio europeo che garantisca, a cura del medesimo produttore, il riciclo dei moduli fotovoltaici utilizzati al termine della vita utile dei moduli;
b) certificato rilasciato dal produttore dei moduli fotovoltaici, attestante che l’azienda produttrice dei moduli stessi possiede le certificazioni ISO 9001:2008 (Sistema di gestione della qualità), OHSAS 18001 (Sistema di gestione della salute e sicurezza del lavoro) e ISO 14000 (Sistema di gestione ambientale);
c) certificato di ispezione di fabbrica relativo a moduli e gruppi di conversione rilasciato da ente terzo notificato a livello europeo o nazionale, a verifica del rispetto della qualità del processo produttivo e dei materiali utilizzati e degli altri criteri riportati alle precedenti lettere a) e b) e all’articolo 14, comma 1, lettera d).