ABB collabora con EnergyGlass e rende possibile l’installazione di una infrastruttura fotovoltaica presso Punta Helbronner, sul massiccio del Monte Bianco, a 3452 metri di altitudine.
ABB collabora con EnergyGlass e rende possibile l’installazione di una infrastruttura fotovoltaica presso Punta Helbronner, sul massiccio del Monte Bianco, a 3452 metri di altitudine.
Si tratta di un intervento vocato all’ecosostenibilità della piattaforma, in un contesto così particolare e suggestivo.
Di fatto, il progetto ha posto particolare attenzione al contenimento dell’impatto ambientale e dei consumi energetici, con strutture accuratamente integrate nel contesto paesaggistico, impiego di materiali ad alto isolamento, sistemi di riscaldamento con pompe di calore e ampie superfici fotovoltaiche, per realizzare edifici “Zero Energy”.
Per la realizzazione, EnergyGlass ha installato un impianto fotovoltaico da 13,3 kWp di potenza sulla stazione di base a Pontal d’Entrèves, costituito da 92 pannelli di vetro stratificato triplo da 29,04 mm di spessore per una superficie complessiva di 160 metri quadri, e un secondo impianto a Punta Helbronner, dove 84 pannelli con una superficie di 120 metri quadri generano una potenza di 12,9 kWp. Per questo impianto, installato in condizioni ambientali estremamente critiche, è stato utilizzato un vetro stratificato triplo con doppia camera e uno spessore di 69,5 mm.
Gli impianti fotovoltaici sono interconnessi con la rete elettrica, alla quale restituiscono l’energia pulita generata per ottenere una compensazione economica dall’ente di distribuzione dell’energia. I generatori dell’impianto fotovoltaico sono collegati ad inverter solari ABB. Per la stazione di Punta Helbronner, EnergyGlass aveva bisogno di inverter solari con caratteristiche idonee a coprire il fabbisogno energetico di una struttura posta a oltre 3500 metri di altitudine. Come spiega Antonio Rossi, Technical Sales Manager EMEA che ha seguito il progetto per ABB, un’installazione a quota così elevata, richiede un’attenta valutazione del dimensionamento dei generatori fotovoltaici per permettere il funzionamento ottimale degli inverter in condizioni ambientali estreme.
“Le condizioni di lavoro degli inverter e dei generatori fotovoltaici devono essere valutate con cura,” spiega Rossi, “per tenere conto di come si modificano i rating elettrici degli inverter ad altitudini superiori ai 2000m per effetto della rarefazione dell’aria. È quindi necessario calibrare con cura la configurazione del generatore fotovoltaico per assicurare le massime prestazioni anche in circostanze estreme come queste”.
Tra gli aspetti critici del progetto e determinanti per la scelta dei componenti adottati, la rarefazione dell’aria, dovuta all’elevata altitudine e gli alti valori di irraggiamento a cui il generatore è esposto, per effetto di una maggiore componente diretta e riflessa.
Per completare l’impianto sono state adottate tre differenti tipologie di pannelli solari (da 160, 170 e 190 W) per sfruttare al meglio le tre diverse esposizioni della superficie fotovoltaica. Per la gestione dei generatori fotovoltaici sono stati scelti due modelli di inverter di stringa ABB, PVI-3.6-TL-OUTD-S e PVI-6000-TL-OUTD-S, appartenenti alla famiglia di inverter monofase UNO, che rappresenta la soluzione più efficiente per la maggior parte delle installazioni su tetto. Inoltre, la famiglia UNO è una linea di inverter da esterno costituiti da un’unità completamente sigillata, in grado di resistere alle condizioni ambientali più estreme. In particolare la presenza di una doppia esposizione dei pannelli del generatore fotovoltaico ha portato alla scelta dell’inverter PVI-3.6-TL-OUTD-S, caratterizzato (come tutti gli inverter della serie UNO con potenza superiore a 3kW) da una doppia sezione di ingresso, che consente di gestire attraverso due canali di ingresso indipendenti la potenza di due stringhe separate aventi esposizioni diverse.
“Questa soluzione è particolarmente utile per installazioni con orientamenti diversi come quelle sulle nuove stazioni funiviarie del Monte Bianco,” conferma Rossi, “perché consente di gestire due generatori con condizioni operative diverse utilizzando un unico inverter.”
“A causa della rarefazione dell’aria dovuta all’altitudine,” spiega Rossi, “lo scambio termico con l’ambiente circostante è minore. Inoltre a causa di livelli di irraggiamento più elevati rispetto ad installazioni convenzionali (per effetto della ridotta azione filtrante dell’atmosfera e della presenza di un significativo riverbero), uniti a ridotte temperature di lavoro delle celle, i pannelli fotovoltaici renderanno disponibile una potenza più elevata rispetto alle condizioni standard (STC)”.