ANIE Confindustria, recentemente audita dalla Commissione Ambiente del Senato ha articolato il proprio intervento su efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili.
ANIE Confindustria, recentemente audita dalla Commissione Ambiente del Senato ha articolato il proprio intervento su efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili.
Maria Antonietta Portaluri, direttore generale ANIE
L’industria italiana considera come una grande opportunità e non come vincoli gli ambiziosi obiettivi della Cop21 di Parigi di contenimento entro i 2 gradi del surriscaldamento al 2050 e i target Ue (-40% di CO2 emessa, + 27% di efficienza energetica e +27% di rinnovabili). I driver fondamentali per la decarbonizzazione non possono che essere individuati nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili per consumare meno e meglio e dar vita alla città elettrica, un modello di city a zero emissioni fondata sulla diffusa applicazione di tecnologie d’avanguardia. Il building realizzato con le tecnologie impiantistiche efficienti e alimentato da energia rinnovabile e la mobilità elettrica cittadina costituiscono una buona risposta alla necessità di riduzione dell’inquinamento urbano. Anche sul fronte dell’industria, che assorbe circa il 40% del consumo di energia del Paese, non si potrà fare a meno di utilizzare sistemi digitali e componenti ad alte prestazioni nei processi produttivi e nel building industriale, fornendo così anche una grande spinta allo sviluppo dell’economia nazionale in chiave sostenibile. Il margine di miglioramento nel settore è davvero ampio e le tecnologie per l’efficienza sono molteplici (motori ad alta efficienza, inverter, rifasatori, illuminazione a basso consumo…).
Abbiamo poi ribadito l’indispensabile contributo delle FER elettriche, fondamentali per un’economia a basse emissioni di carbonio e ad alta efficienza ambientale. La scelta delle rinnovabili è vincente e irreversibile: ma vanno ulteriormente sviluppate (almeno nuovi 24GW), tenute in esercizio e nei siti con elevata disponibilità potenziate, promuovendo l’uso dei sistemi di accumulo. Infine bisognerà lavorare alla riforma del mercato elettrico, che deve essere adeguato alle peculiarità delle FER intermittenti, le più diffuse in Italia. Occorre avvicinare il più possibile la chiusura delle sessioni di mercato al “real time” e rendere possibile l’aggregazione delle unità di produzione e di consumo affinché gli operatori di mercato possano assicurarsi produzione elettrica programmabile e flessibile generata anche da impianti a fonte rinnovabile abbinata a sistemi di accumulo.