Dulas riflette sulla decarbonizzazione UK e sulla sfida di una maggiore efficienza energetica del patrimonio edilizio del Paese.
L’inefficienza energetica del patrimonio edilizio del Regno Unito rappresenta una delle maggiori sfide da superare se il Regno Unito vuole raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio entro il 2050. Si stima, infatti, che circa un terzo di tutte le nostre emissioni derivi dal riscaldamento, dalla ventilazione e dall’aria condizionata dei nostri edifici.
Mentre eccellenti progressi nella decarbonizzazione dell’economia britannica sono stati fatti in altre aree (come l’approvvigionamento di sempre più energia da fonti rinnovabili piuttosto che dal carbone), c’è stato finora relativamente poco successo nel migliorare le prestazioni del nostro patrimonio edilizio, nonostante i vari incentivi verdi offerti. Dopo queste piccole iniziative, che hanno prodotto risultati limitati, il governo sta ora iniziando ad applicare iniziative più incisive, basate sui certificati di prestazione energetica degli edifici (EPC).
Gli EPC del Regno Unito
Gli EPC sono stati introdotti nel 2008 e sono diventati familiari a molti come un elemento integrale di ogni transazione immobiliare. Tutti i nuovi edifici, e la maggior parte di quelli esistenti, sono tenuti ad avere un EPC che mostra il loro rendimento energetico. Le valutazioni durano 10 anni prima che sia richiesta una nuova valutazione e vanno da A a G, riflettendo gli edifici che sono molto efficienti dal punto di vista energetico a quelli che sono molto inefficienti.
Quando sono stati introdotti, gli EPC hanno agito esclusivamente come fonti di informazione, fornendo non solo la valutazione ma anche alcuni suggerimenti di massima su come la valutazione potrebbe essere migliorata. Più recentemente, sono diventati la base per i regolamenti che richiedono ai proprietari di edifici energeticamente inefficienti di apportare miglioramenti, anche se in Scozia è stato adottato un approccio diverso da quello prevalente in Inghilterra e Galles.
Inghilterra e Galles
L’approccio in Inghilterra e Galles, secondo i regolamenti sull’efficienza energetica del 2015, è quello di vietare la locazione di un edificio commerciale affittato privatamente che non raggiunge uno standard minimo di efficienza energetica, o MEES. Dal 1° aprile 2018, il MEES equivale a una valutazione EPC di E o superiore. Qualsiasi nuova locazione, o rinnovo di una locazione esistente, è consentito solo se l’edificio coinvolto ha raggiunto questo standard. Questa regola sarà estesa a tutte le altre locazioni esistenti dopo il 1° aprile 2023. Secondo i regolamenti MEES, le multe per le violazioni sono legate al valore imponibile della proprietà e possono variare da un minimo di 5.000 a un massimo di 150.000 sterline.
Scozia
Un sistema diverso prevale in Scozia. Piuttosto che vietare del tutto l’affitto di edifici al di sotto degli standard, la Assessment of Energy Performance of Non-domestic Buildings (Scotland) Regulations 2016 richiede ai proprietari di edifici non domestici di grandi dimensioni (più di 1000m2 di superficie) di valutare e migliorare l’efficienza energetica dei loro edifici e ridurre le emissioni di gas serra a essi associate. Il venditore o il locatore deve creare un piano d’azione che identifichi come l’efficienza energetica del loro edificio possa essere migliorata. Il piano d’azione deve poi essere messo a disposizione dell’acquirente o del nuovo inquilino.
I regolamenti sono solo i primi passi
I critici dei regolamenti hanno osservato che ci sono molte scappatoie disponibili, e che il requisito in Inghilterra e nel Galles per gli edifici di raggiungere una valutazione EPC di E fissa la barra molto bassa. Tuttavia, si dovrebbe riconoscere che i regolamenti sono intesi come primi passi verso una destinazione che dobbiamo raggiungere il più rapidamente possibile.
I regolamenti scozzesi dichiarano esplicitamente che “il miglioramento ricercato da questi regolamenti iniziali è relativamente modesto” e “questi regolamenti sono solo il primo passo che il governo scozzese sta facendo nel regolamentare il miglioramento del nostro patrimonio edilizio non domestico”.
Nel frattempo, il governo britannico ha pubblicato un documento di consultazione, con risposte richieste entro giugno di quest’anno, sulla progettazione di un quadro normativo che richiederà agli edifici non domestici di raggiungere una valutazione EPC di B o migliore entro l’anno 2030. La direzione e l’accelerazione della velocità del viaggio sono chiare.