Maggio 26, 2021

Daniela Rimicci

Italia Solare, richieste ad ARERA per transizione energetica

In occasione dell’audizione con il Collegio, Italia Solare delinea alcune richieste per ARERA alla luce degli obiettivi per la transizione energetica.

Alla luce degli obiettivi della transizione energetica è necessario riconsiderare i criteri del capacity market e i progetti pilota per l’apertura del mercato dei servizi, oltre a porre grande attenzione al processo di definizione del Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE). Vi sono poi le perduranti criticità legate al mercato dei servizi del dispacciamento e alla responsabilizzazione dei gestori di rete, non ultimo il tema dell’unbundling. È quanto Italia Solare ha chiesto la scorsa settimana ad ARERA in occasione dell’audizione con il Collegio.

Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare
Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e dare concretezza alla transizione energetica si rendono necessari alcuni cambiamenti all’interno del sistema energetico, per i quali riteniamo che ARERA possa avere un ruolo importante, a partire dal mercato della capacità che necessita di piena apertura alle rinnovabili, alla domanda e allo storage, valorizzando adeguatamente il contributo che le FER sono in grado di fornire in termini di adeguatezza e sicurezza del sistema.

È a questo punto indispensabile un’analisi approfondita dello stato e delle necessità del sistema, con l’elaborazione di scenari a medio-lungo termine che tengano conto della transizione energetica, affidandone la conduzione a un soggetto realmente indipendente.

L’associazione individua 6 priorità sulle quali è necessario intervenire:

  • creare le condizioni per la transizione energetica;
  • rivedere il mercato della capacità;
  • favorire il mercato dei servizi e la sicurezza del sistema;
  • considerare il ruolo della domanda;
  • garantire la piena trasparenza dei costi della transizione energetica;
  • valorizzare il ruolo dei sistemi di accumulo.

Nel dettaglio Italia Solare ha presentato ad ARERA alcuni punti di particolare interesse e urgenza sui quali agire per permettere alle rinnovabili di penetrare nel mercato e consentire quindi l’avvio della transizione energetica.

  • Disciplina del mercato per il servizio di dispacciamento: intervenire con urgenza sulle criticità evidenziate dai risultati emersi nella delibera 282/2020. Nello specifico, occorre pianificare l’introduzione di misure in grado di rimuovere le perduranti posizioni di potere di mercato presenti in particolare nelle aree meridionali, anche con un adeguato sviluppo della rete di trasmissione, inteso anche come installazione di dispositivi in grado di garantire servizi di rete come la regolazione di tensione. Nel frattempo, è indispensabile intensificare l’attività di monitoraggio delle condotte degli operatori, perseguendo efficacemente gli abusi eventualmente riscontrati.
  • Domanda: abilitare e valorizzare il contributo della domanda per l’erogazione di servizi ancillari, anche attraverso forme sperimentali di autobilanciamento. Il progetto pilota UVAM, penalizzato da un’apparente volontà di ridimensionamento da parte di Terna, al momento, non sembra in grado di valorizzarne le potenzialità: a tale riguardo servirebbe viceversa un rilancio e potenziamento del meccanismo.
  • Evoluzione ruolo distributori: non più semplici facilitatori neutrali che garantiscono la connessione alla rete delle risorse che lo richiedono, ma gestori del bilanciamento locale. In questo contesto vi è la presenza di potenziali conflitti di interesse, pertanto si manifesta la necessità di ragionamenti su misure in grado di garantirne la neutralità, a cominciare dalla separazione proprietaria dell’attività di distribuzione da quelle svolte all’interno dei gruppi verticalmente integrati. Il ruolo che sarà ricoperto dalla generazione distribuita richiede peraltro che tutti gli impianti di produzione siano opportunamente monitorati e gestiti, attraverso la dotazione di apposita strumentazione, quindi che si dia seguito all’ipotesi del c.d. “Controllore Centrale di Impianto” già introdotta da tempo da ARERA.
  • Sistemi di accumulo: rimuovere definitivamente gli attuali limiti alla loro diffusione. I progetti pilota (ex delibera 300/2017) hanno dimostrato che la condizione di mercato attuale in cui i sistemi di stoccaggio devono operare non sono adeguati, sia in termini di incentivi sia in termini di regolamentazione; è indispensabile favorire lo sviluppo di sistemi di storage stand-alone e/o presso impianti di produzione da fonti rinnovabili e siti di consumo, non certo presso le grandi centrali termoelettriche. Fondamentale importanza riveste anche la definizione di specifici servizi, utili al sistema, in grado di valorizzare appieno le potenzialità dello storage. A dimostrazione di ciò il grande successo dell’asta per il servizio di riserva ultra-rapida (cd fast reserve), in grado di catalizzare offerte per oltre 1.000 MW e garantire la selezione di 250 MW con prezzi mediamente sui 20.000 €/MW/anno, ben inferiori a quelli garantiti dal meccanismo del Capacity Market per impianti di nuova realizzazione (75.000 €/MW/anno), dove sono stati selezionati solo 100 MW di storage elettrochimico per l’anno 2023. È evidente come si tratti di prodotti diversi, ma è altrettanto evidente come “l’ingaggio” dello storage richieda un quadro regolatorio opportunamente calibrato.
  • Costi della transizione energetica: per garantire piena trasparenza verso i clienti finali è necessario sviluppare analisi previsionali e garantire costanti rendicontazioni di quelli che saranno i costi per la transizione energetica, elaborate da soggetti indipendenti e qualificati.
  • Impatti positivi derivanti dal previsto superamento del PUN a favore di un prezzo più attinente alle dinamiche locali, quale prezzo di riferimento per la valorizzazione dei prelievi di energia dalla rete.

Infine, come già evidenziato più volte da Italia Solare è necessario introdurre tariffe di distribuzione differenziate per ora di consumo, per promuovere la demand-response e indurre i consumatori a ricollocare i propri prelievi nelle ore di massima produzione delle FER, in particolare per quanto riguarda la produzione da solare fotovoltaico.

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