Francesca Manso, Managing Director di BayWa r.e. Power Solutions, ci spiega come le fonti rinnovabili rappresentino la soluzione ai rincari bollette.
In un interessante studio di Elettricità Futura – una delle principali associazioni del mondo elettrico italiano – ci si interroga sul ruolo che le fonti di energie rinnovabili possono recitare in termini di risparmio sul caro bolletta per imprese e famiglie. Un argomento di stretta attualità, che rischia oggettivamente di frenare l’attuale fase di ripartenza economica del post pandemia e di minare la competitività delle imprese italiane.
Dopo aver raggiunto l’apice di 281 euro per MWh lo scorso dicembre, l’ufficio studi di Confartigianato (CGIA) stima che nel 2022 la tariffa media dell’energia elettrica per un’impresa sarà pari a 150 euro per MWh. Ciò significa che, rispetto al 2019, quest’anno le imprese pagheranno un costo aggiuntivo complessivo di 36 miliardi di euro. Un dato impressionante, che, se sommato al rincaro del gas (aumentato di circa 4 volte rispetto alla media degli ultimi anni), sta costringendo le imprese a fare i conti, nel quotidiano, con le conseguenze di questi rincari inaspettati.
Italiani alle prese con i rincari bollette
Elettricità Futura segnala che la spesa complessiva della bolletta elettrica per l’Italia nel 2021 è stata di 75 miliardi di euro. La proiezione computata dall’associazione ci mostra come la spesa si ridurrebbe a 45 miliardi di euro se il nostro mix produttivo fosse composto al 72% da fonti rinnovabili. Il 72% non è un dato casuale, ma rappresenta l’obbiettivo posto dal Green Deal Europeo da raggiungere entro il 2030.
Gli impianti a fonti rinnovabili possono aiutare concretamente le imprese a ridurre il costo della bolletta per l’energia elettrica, avviando al contempo un percorso verso l’indipendenza energetica. Grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto del proprio stabilimento produttivo, ma anche su un lotto di terreno o su una pensilina a copertura del parcheggio aziendale, le imprese possono iniziare a produrre e consumare in autonomia l’energia necessaria per coprire il fabbisogno energetico della propria produzione. Saranno quindi in grado di svincolarsi, almeno parzialmente, dall’approvvigionamento da fonti fossili, riducendo la quota di energia acquistata dalla rete e i costi per la bolletta.
La decarbonizzazione del Paese
Inoltre, tra gli strumenti più innovativi attualmente a disposizione delle aziende per percorrere la strada verso la decarbonizzazione e il raggiungimento dei target di sostenibilità, a mio parere non possono non essere citati i contratti Corporate PPA (Power Purchase Agreement). I contratti Corporate PPA rappresentano una svolta epocale dal punto di vista dell’approvvigionamento di energia, non solo perché consentono all’azienda di evitare di esporsi dal punto di vista finanziario per sostenere l’investimento per l’impianto fotovoltaico, ma anche perché consentono di acquistare energia pulita ad un prezzo fisso per una durata prestabilita, tipicamente di 10-12 anni.
I PPA si distinguono essenzialmente in due tipologie: PPA On-site e PPA Off-site.
I PPA On-site permettono ad un’azienda di sfruttare direttamente i propri stabilimenti per realizzare impianti fotovoltaici in loco. Invece, i PPA Off-site prevedono l’acquisto di energia green prodotta in un impianto lontano dagli stabilimenti aziendali. Sono quindi più adeguati a realtà industriali di grandi dimensioni e soprattutto alle imprese energivore, avendo la necessità di impianti molto estesi per coprire consumi energetici elevati.
Il volume di contratti Corporate PPA è in forte crescita a livello mondiale. Nel 2021, sono stati acquistati dalle imprese oltre 31 Gigawatts (GW) di energia pulita tramite PPA: una crescita del 24% rispetto all’anno precedente.
Nonostante l’energia prodotta tramite PPA in Europa rimanga decisamente inferiore a quella degli Stati Uniti, dove le grandi multinazionali tecnologiche stanno facendo un gran uso specialmente dei PPA Off-site, c’è comunque da segnalare una crescita importante da 7.3 GW annunciati nel 2020 a 8.7 GW nel 2021. Nel giro di tre anni, il dato EMEA di accordi PPA, è più che triplicato.
Rincari bollette, l’interesse verso i PPA
Anche in Italia, si registra un interesse sempre crescente verso i PPA, trainato in primis dalla maggiore sensibilità delle aziende verso il tema della sostenibilità., ma anche dal tema dell’abbattimento dei costi, che risulta particolarmente cruciale nell’attuale situazione macroeconomica. I PPA On-site, adattandosi bene alle esigenze delle piccole e medie imprese di cui il tessuto produttivo italiano è principalmente costituito, stanno raccogliendo consensi tra molte imprese nel nostro Paese, nonostante queste spesso non siano abituate a stringere accordi decentralizzati per lunghi periodi di tempo.
Per immergersi nell’ottica dei PPA, alle imprese è richiesto di guardare oltre la concezione “standard” dei contratti a breve termine con i grandi operatori, e considerare ipotesi alternative di durata maggiore. Il tema della decentralizzazione dell’energia sarà un trend sempre più dominante nel nostro settore, in grado di garantire ulteriori benefici in termini di sostenibilità e di riduzione dei costi, grazie alla possibilità di evitare il trasporto dell’energia.
Già molte aziende, in Italia e nel mondo, stanno accettando la sfida di contribuire alla svolta energetica, consapevoli che una strategia lungimirante e proattiva può rivelarsi decisiva nel medio-lungo periodo, e non solo per il benessere del nostro pianeta. Se ci si lascia affiancare da società specializzate e competenti, la transizione energetica non solo non rappresenta un costo, ma è addirittura conveniente per il business.