Luglio 31, 2024

Nicola Martello

Soly: la Comunità Energetica in Italia per la sostenibilità

Un sistema locale in cui enti, cooperative, piccole e medie imprese e persone collaborano tra loro per produrre e utilizzare energia elettrica derivante da fonti rinnovabili come il sole: così si definisce una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), in cui l’energia prodotta viene condivisa tra i membri della Comunità attraverso una rete e in modo virtuale, senza che si renda necessario un collegamento diretto.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili giocano un ruolo chiave nella tutela della sostenibilità, che oggi non è solo una scelta etica, ma una necessità a tutti gli effetti. Lo scorso 19 maggio, infatti, è stato per l’Italia l’overshoot day, ossia il giorno che segna il consumo di tutte le risorse rinnovabili che il Pianeta è in grado di generare nell’arco di 365 giorni: dal 20 maggio il nostro Paese sta consumando le risorse naturali destinate al futuro.

In un tale contesto, diventano determinanti nella lotta al cambiamento climatico realtà come Soly, la clean energy tech company di origine olandese operativa in Italia da inizio 2024, con già 23 dipendenti, che nel primo semestre ha installato impianti solari facendo risparmiare 1.500 tonnellate di CO2 annue. Frutto dell’idea dei fratelli Van der Meulen, mossi dal desiderio di creare un progetto imprenditoriale di energie rinnovabili completamente digitale, Soly mira, entro il 2030, a ridurre le emissioni di CO2 in Italia di oltre 3.500 tonnellate l’anno e a creare la più grande Comunità Energetica italiana, obiettivo che vede finalmente una concreta realizzazione.

Un sistema locale di condivisione virtuale in nome di una società più green

comunità energetica

Matteo Artero, Country Manager Italia di Soly
In un sistema tradizionale, i produttori si servono dell’energia generata dai propri pannelli solari, cedendo eventuali eccessi alla rete elettrica nazionale. I consumatori, invece, dipendono dalla rete per rispondere al loro fabbisogno energetico. La logica della Comunità Energetica inverte questa tendenza: per il produttore, l’eventuale surplus è venduto e condiviso all’interno della CER, così da ottimizzare il consumo; dall’altro lato, il consumatore beneficia di una connessione più intima, potendo attingere all’energia dei produttori vicini con un impatto positivo sull’efficienza energetica, ma soprattutto sul senso di comunità e di orientamento verso un obiettivo comune: la sostenibilità.

In questo modo, le Comunità Energetiche Rinnovabili apportano benefici non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale e comunitario. Infatti, grazie a specifici meccanismi di incentivo, legati all’energia prodotta e utilizzata, una CER permette di generare un reddito energetico: il surplus di energia viene ridistribuito all’interno della comunità, determinando così una contrazione dei costi delle bollette.

Matteo Artero
I vantaggi economici di una Comunità Energetica dipendono molto dalla zona di residenza. Se volessimo fare un esempio esplicativo, per un comune con oltre 5.000 abitanti, far parte della CER darebbe diritto a una tariffa incentivante, stimata a  circa 0,14€/kWh per 20 anni, in funzione della dimensione dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Chi aderisce a una CER, in un comune con meno di 5.000 abitanti, accede ad un ulteriore diritto a un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, entro 120 giorni dall’attivazione della richiesta.

Non meno importanti sono gli impatti sulla dimensione ambientale: le Comunità Energetiche favoriscono, infatti, l’adozione delle fonti rinnovabili diminuendo la dipendenza da quelle fossili. Di conseguenza, non solo si riducono le emissioni di gas serra (CO2), ma si generano benefici sugli ecosistemi e per il clima. Inoltre, la produzione e il consumo di energia locale arginano il problema delle perdite di rete.

Da non sottovalutare, infine, sono gli aspetti sociali: le CER infatti incoraggiano aggregazione sociale ed educazione alla sostenibilità, riuscendo a coinvolgere fasce diverse della popolazione. Le Comunità Energetiche sono uno strumento chiave per l’incentivo allo sviluppo di modelli di inclusione e di collaborazione, capaci di avere un effetto positivo anche sul territorio e sulle persone.

Matteo Artero
Le Comunità Energetiche riducono le emissioni di CO2, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico e rendono l’energia rinnovabile più accessibile, democratizzandone l’uso. Chiunque, infatti, sia esso un piccolo produttore dotato di pannelli solari o un’azienda produttrice di un surplus energetico, può prendere parte alla CER e contribuire alla creazione di un sistema energetico pulito e sostenibile. La Comunità Energetica è una scelta che non solo tutela il pianeta, ma alimenta l’economia locale e rafforza il senso di appartenenza: ecco perché per noi è prioritario investire in un progetto simile, che non solo è utile ma è anche generatore di grande valore.

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