Complici l’andamento altalenante dei prezzi dell’energia e le detrazioni del 50% sui nuovi impianti fotovoltaici previsti ancora per il 2025, sempre più italiani stanno decidendo di installare un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo per ridurre in modo significativo la bolletta elettrica e rendersi quanto più possibile indipendenti sul fronte energetico.
Secondo una recente analisi effettuata dal Centro Studi Otovo, l’aggiunta di una batteria in grado di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno e consumarla quando serve, ad esempio di notte, consente di raggiungere l’80% di indipendenza energetica.
Una crescita esponenziale
I dati Otovo, basati su oltre 30.000 impianti fotovoltaici installati in 13 paesi europei, evidenziano come l’adozione delle batterie sia cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni, passando dal 2% del maggio 2021 a oltre il 71% di fine 2024. Questo aumento è stato favorito anche dal sensibile calo dei prezzi a livello globale, che secondo il report IEA (the International Energy Agency), per un sistema di batterie da 5 kWh sono scesi del 28%, passando da un costo medio di 3.045 € a novembre 2021 ai 2.195 € di dicembre 2024.
Per stimare il risparmio potenziale di una famiglia italiana che installa oggi un impianto fotovoltaico con batterie, il Centro Studi Otovo ha ipotizzato la situazione di un’abitazione situata nel Nord Italia (Venezia) dotata di pannelli fotovoltaici con un sistema di accumulo da 5 kWh (3 KWp), in grado di produrre circa 4.100 kWh all’anno. In questo caso la famiglia sarà in grado di consumare in media oltre l’80% dell’energia prodotta dal proprio impianto (3.310 kWh/anno), mentre se fosse privo di batteria, potrebbe utilizzare circa il 50% dell’energia generata (2.070 kWh/anno).
Questa differenza incide direttamente sulla dipendenza dalla rete elettrica e di conseguenza sui costi della bolletta energetica. Secondo la ricerca, le abitazioni nel nostro Paese dotate di impianto fotovoltaico e sistema di accumulo prelevano mediamente dalla rete elettrica circa 190 kWh all’anno, mentre quelle senza batteria arrivano circa a 1.400 kWh/anno. Considerando che una famiglia italiana acquista l’energia dalla rete a un prezzo nettamente superiore (circa 0,30 €/kWh) rispetto a quello a cui può venderla (circa 0,10 €/kWh), è chiaro quanto sia vantaggioso puntare sull’autoconsumo. Disporre di un impianto in grado di accumulare l’energia prodotta e renderla disponibile quando occorre risulta quindi più conveniente rispetto all’immissione in rete dell’elettricità in eccesso.
Considerando che un impianto con accumulo richiede oggi un investimento a partire da 2.500 euro rispetto a uno senza e che questo costo aggiuntivo può essere dimezzato ancora per tutto il 2025 grazie alla detrazione fiscale del 50% sui nuovi impianti della prima casa e sui potenziamenti di quelli esistenti, il tempo di rientro dell’investimento è stimato tra il terzo e il quarto anno per gli impianti senza batteria e nel corso del quarto anno per quelli con accumulo. Si tratta di una differenza temporale minima, che si traduce, però, in un vantaggio economico sempre più significativo nel corso tempo.
Giorgio Arcangeli, Managing Director Italia e Polonia di Otovo
I sistemi di accumulo sono un elemento chiave per l’indipendenza energetica, la resilienza e la sostenibilità. Grazie alla capacità di immagazzinare e utilizzare l’energia quando occorre, le batterie offrono un maggiore controllo sui consumi elettrici e riducono sensibilmente la dipendenza dalla rete. Con la diffusione del Ritiro Dedicato e il 2025 previsto come ultimo anno per usufruire delle detrazioni al 50%, ci aspettiamo nei prossimi mesi un boom di questi sistemi, che rappresentano oggi la migliore soluzione per rendersi il più possibile autonomi dalla rete elettrica e dagli eventuali aumenti futuri dei costi energetici.