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Aree idonee e riforma FER: Alleanza per il Fotovoltaico

Giugno 11, 2025
Nicola Martello

Alleanza per il Fotovoltaico in Italia è intervenuta nel corso delle audizioni presso la Camera dei Deputati nell’ambito della conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73 (c.d. DL Infrastrutture). In un contesto segnato da persistenti incertezze normative — si pensi, da ultimo, alla recente sentenza del TAR Lazio che ha annullato parte del decreto ministeriale sulle aree idonee — e da una frammentazione regolatoria che ostacola lo sviluppo degli impianti a fonti rinnovabili, l’Alleanza accoglie con favore l’articolo 13 del provvedimento. Questo rappresenta infatti una prima, seppur temporanea e parziale, risposta per garantire continuità agli investimenti nel settore FER.

In particolare, l’Alleanza esprime un giudizio positivo riguardo il superamento dell’impostazione che subordinava l’individuazione delle zone di accelerazione alla futura definizione delle aree idonee, a favore di una previsione che ne consente l’individuazione da parte dei piani regionali nell’ambito delle aree idonee “transitorie” già definite ex lege dall’articolo 20, comma 8, del D.lgs. 199/2021. A ciò si aggiunge il riconoscimento quali zone di accelerazione anche delle aree industriali incluse nella mappatura predisposta dal GSE.

Questa misura consente di riattivare processi autorizzativi oggi sospesi e offre agli operatori del settore un riferimento concreto per la pianificazione dei progetti. Apprezzamento viene inoltre espresso per la scelta di rendere le zone di accelerazione un contenuto minimo inderogabile da parte delle Regioni, garantendo così una base uniforme di applicazione sul territorio nazionale, e per la previsione di tempi ridotti nella Valutazione Ambientale Strategica dei piani regionali. Positiva anche l’introduzione di un potere sostitutivo in capo al Governo in caso di inerzia da parte delle amministrazioni regionali.

Un punto di partenza

L’Alleanza sottolinea, tuttavia, che le attuali perimetrazioni devono essere considerate un punto di partenza e non di arrivo. È auspicabile che le Regioni si impegnino in un ampliamento sostanziale delle aree idonee rispetto a quelle già definite ex lege dall’articolo 20, comma 8 del D.lgs. 199/2021 che risultano essere un requisito minimo, così da contribuire in modo più incisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030.

Inoltre, tali misure – pur positive – non possono sostituire una riforma strutturale dell’intero sistema delle aree idonee, che ad oggi risulta frammentato e disomogeneo. La governance multilivello ha incontrato delle criticità nel garantire un’applicazione uniforme dei principi nazionali, generando incertezza interpretativa e contenziosi che scoraggiano gli investimenti. Un esempio emblematico è rappresentato dalla normativa adottata dalla Regione Sardegna, già oggetto di rinvio alla Corte costituzionale. A questa si aggiungono le disposizioni adottate da altre Regioni, che hanno legiferato in materia di aree idonee sulla base di criteri oggi annullati dalla giurisprudenza. In tutti questi casi, l’Alleanza auspica che le rispettive amministrazioni e organi legislativi regionali procedano a una puntuale rivalutazione delle normative in vigore, anche considerando l’eventuale abrogazione delle stesse, in attesa del nuovo quadro regolatorio nazionale in via di definizione.

In questo senso, l’Alleanza ritiene che il provvedimento attualmente in discussione rappresenti un’opportunità per il Legislatore di intervenire in modo mirato sulla normativa di settore – ed in particolare sul Testo Unico sulle Rinnovabili (D.lgs. 190/2024) – affrontando alcune criticità applicative e inefficienze. Ad esempio, applicare criteri di proporzionalità, valutando l’idoneità dell’intero progetto rispetto alla sola superficie dell’impianto. Inoltre, limitare i poteri di veto nella Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) alle sole amministrazioni il cui parere sia obbligatorio e vincolante per legge, in linea con la ratio semplificatoria della procedura. Infine, riformulare la nozione di “interesse pubblico prevalente”, affinché l’esclusione di tale qualifica avvenga solo sulla base di una valutazione concreta di incompatibilità ambientale, e non su ipotesi astratte.

Filippo Fontana, portavoce dell’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia
Accogliamo con favore i segnali di pragmatismo contenuti nel DL Infrastrutture, che può rappresentare non solo un provvedimento di emergenza, ma anche l’inizio di un percorso più ambizioso e sistemico di riforma. È essenziale garantire una cornice normativa stabile e coerente su tutto il territorio nazionale, che valorizzi il fotovoltaico in quanto principale fonte in grado di contribuire immediatamente, in maniera significativa, alla decarbonizzazione del Paese e alla sua crescita economica e occupazionale. Ciò implica un rafforzamento del coordinamento istituzionale, un dialogo costante tra operatori e istituzioni e una visione legislativa orientata alla certezza del diritto e alla riduzione del rischio regolatorio. Come Alleanza, siamo pronti a collaborare con le istituzioni per affinare il quadro normativo, superare le attuali barriere burocratiche e accelerare la transizione energetica del Paese.

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