La provincia di Bolzano e l’Eurac sperimentano il fotovoltaico galleggiante

Gennaio 17, 2014
Daniele Preda

L’Accademia Europea di Bolzano (Eurac), su richiesta della provincia di Bolzano, sta valutando l’impatto solare nelle aree lacustri nel bacino di Resia. L’intento è quello di studiare e determinare la quantità di emissioni luminose emesse in quell’area, per poter successivamente considerare la costruzione di impianti fotovoltaici da installare sulla superficie del lago.

L’Accademia Europea di Bolzano (Eurac), su richiesta della provincia di Bolzano, sta valutando l’impatto solare nelle aree lacustri nel bacino di Resia. L’intento è quello di studiare e determinare la quantità di emissioni luminose emesse in quell’area, per poter successivamente considerare la costruzione di impianti fotovoltaici da installare sulla superficie del lago.

Attualmente sono in corso attività sperimentali sul lago di Resia, ma si starebbero valutando ulteriori aree del territorio, come i laghi di Vernago, di val d’Ultimo, di Zoccolo e in val Senales. Queste zone offrono un’insolazione media di 1.600 KWh per mq all’anno, valori al di sopra della media europea. In aggiunta, la costruzione sulle dighe permetterebbe di sfruttare alcune delle infrastrutture esistenti, limitando l’impatto ambientale.
Coprendo un’area corrispondente all’1% del lago di Resia si potrebbe incrementare la produzione energetica locale del 2%, ma ci sono aspetti da considerare e che sono al centro del progetto sperimentale in corso. Di fatto, le condizioni ambientali sono ottime per la produzione di energia solare ma devono essere considerate come ostili dal punto di vista climatico. Ghiaccio e neve costituiscono un impedimento evidente, che potrebbe pregiudicare la produzione di energia nei mesi più freddi.
Secondo gli esperti dell’Eurac: “Un impianto galleggiante può arrivare a produrre il 20% più di un impianto su tetto. Se si trova in alta quota ed è dotato di un sistema di inseguimento solare, il vantaggio aumenta al 40%”. “Un impianto di pochi ettari è sicuramente meno invasivo dei grandi parchi a terra, che intralciano sia l’agricoltura sia le attività turistiche”.

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